Skip to content
Lo stretto indispensabile
  • Home
  • Chi sono
  • Consulenza di comunicazione
  • Lavora con me
    • Copywriting
    • Raccontati meglio
    • Social media strategy
    • Marketing Turistico
  • Facciamo due chiacchiere
  • Blog
  • Search Icon

Lo stretto indispensabile

Comunicazione & Marketing

Adotta il greco di Calabria
Se mi parli vivo: adotta il Greco di Calabria

Se mi parli vivo: adotta il Greco di Calabria

Aprile 11, 2018 Mariarita Sciarrone

Il Greko, o Greco di Calabria, è una lingua millenaria ancora esistente e resistente in una manciata di paesini arroccati sulla punta meridionale dell’Aspromonte. Nonostante fosse la glossa parlata in tutta la Calabria sin da quando vi è approdata, nel VIII secolo a.C., adesso rischia di scomparire. E per impedire che ciò avvenga è nato il progetto di Crowfunding “Adotta il Greco di Calabria: se mi parli vivo”. Una vera e propria raccolta fondi per avviare i laboratori linguistici gratuiti di greko e creare un centro di documentazione. 

Adotta il Greco di Calabria e salva la lingua

La prima parola che ho imparato in Greco di Calabria è stata Accherònnome, che vuol dire Iniziamo! E l’inizio di questo viaggio nel mondo Greko è avvenuto quando ho contattato Maria Olimpia Squillaci, in occasione di un Educational Tour per promuovere la Calabria. Assieme al gruppo Calabria Etnica  pensammo che potesse essere l’occasione perfetta per raccontare a giornalisti e blogger provenienti da tutta Italia questa lingua millenaria. Maria Olimpia, linguista di Bova con alle spalle un dottorato di ricerca a Cambridge sul legame tra Greco di Calabria e dialetto calabrese e altri progetti di ricerca, è tra i pochi giovani calabresi madrelingua Greko.

Nel borgo di Pentedattilo, Maria Olimpia, raccontando la storia del Greko di Calabria, lanciò un primo sos: “la lingua sta morendo perché nessuno la parla più. Questa è l’ultima occasione per salvarla”. È stato in quel momento che ho scelto di iniziare un corso di Greco di Calabria.

Ma non è bastato. Servivano fondi per i corsi e così è nato il progetto Adotta il Greco di Calabria.

Adotta il greco di calabria

Se mi parli vivo: Adotta il Greco di Calabria 

Promosso dall’Associazione Culturale Jalò To Vua e con il supporto del Comune di Bova e del Gal area grecanica, il progetto di Crowfunding “Adotta il Greco di Calabria” è coordinato da Maria Olimpia Squillaci, che assieme ad un gruppo di cultori della lingua ha deciso di dar vita ad una rivoluzione dal basso.

Adotta il Greco di Calabria – raccolta fondi per la creazione di laboratori linguistici gratuiti di Greko

Il progetto di raccolta fondi è a sostegno di due attività. La prima “Adotta il Greko – Creazione di laboratori linguistici gratuiti di Greko” si pone l’obiettivo di attivare laboratori linguistici di Greco di Calabria, sia nei luoghi in cui permangono tracce vivide di questa lingua, sia via Skype per i Grekofili italiani e internazionali che vogliono imparare il Greko.

Contribuendo a realizzare questo progetto non si adotterà solo la lingua ma anche i suoi formatori, che in questo modo potranno ricevere un sostegno economico per il lavoro che stanno svolgendo gratuitamente.

Scuola di greco di Calabria

Adotta il Greco di Calabria –  raccolta fondi per il progetto Filoxenia

Il secondo progetto si chiama Filoxenìa, una parola che vuol dire amore per il forestiero.

In un mondo in cui siamo sempre più portati a praticare il termine contrario, la xenofobia, e ad avere paura dello straniero, il progetto Filoxenia è la massima espressione dell’accoglienza, principio etico fondamentale per distinguere l’uomo “selvaggio e senza giustizia”, come diceva Ulisse, da quello “ospitale e giusto”.

Contenitore di questo nobile progetto sarà un antico palazzo nobiliare di Bova, concesso dall’amministrazione comunale. Al suo interno verranno raccolte le storie di partenze e ritorni: di chi è rimasto lasciando andare via i propri cari e di chi ha scelto di risiedere qui per amore di questa terra.  Tutto il materiale raccolto costituirà un percorso esperienziale permanente e in continua evoluzione.

Ma il progetto Filoxenia è molto più ampio. In un’ottica di un’inclusione e di globalizzazione, si prefigge anche di mappare le lingue della Calabria e creare un dizionario della Filoxenia.

A tu per tu con i promotori del progetto Adotta il Greco di Calabria

Ho fatto una chiacchierata con i ragazzi che sono il cuore pulsante di questo progetto, ho ascoltato le loro storie, che in parte già conoscevo, e come al solito mi sono emozionata perché nei loro sogni e nelle loro speranze ci ho visto tutto il buono di questa terra, una Calabria più bella, che merita di essere raccontata.

“La casa della Filoxenia  è un luogo dove vivere l’esperienza dello spaesamento, dove entrare in contatto con l’Altro, dove esercitare l’empatia, presupposto di ogni ospitalità” mi racconta  Francesca Caruso, che sarà una delle responsabili della casa.

Assieme a lei anche Francesca Mancuso: “rivitalizzare il Greko vuol dire anche recuperare tutto il mondo culturale che esprimeva. La Casa della Filoxenia vuole essere il luogo fisico in cui questa cultura riceve nuova linfa. Storie di ieri si intrecceranno con le storie di oggi per mostrare al visitatore che le migrazioni sono connaturate alla natura dell’uomo e che l’accoglienza e la reciproca conoscenza e comprensione sono l’unico modo per sentirsi accolti, stranieri ma mai estranei in ogni parte del modo.”

Perchè nasce il crowfunding Adotta il Greco di Calabria

Ma com’è nata l’idea della raccolta fondi? “Per evitare l’emigrazione di noi giovani e dunque la perdita delle risorse finora create – mi racconta Maria Olimpia – Vogliamo, inoltre, dimostrare che anche il Greco di Calabria, come l’italiano o l’inglese, può dare uno sbocco lavorativo e dunque essere una lingua nuovamente utile.

“Rivitalizzare il Greko significa creare luoghi dove questa lingua viene nuovamente utilizzata, cominciando dalla creazione di posti di lavoro. Aiutare, dunque, questi giovani a rivitalizzare il Greko, dando loro gli anche un rimborso economico è fondamentale. Stabilizzata questa fase iniziale, potremo progettare percorsi a lungo termine di inserimento del Greko in altri ambienti (uffici amministrativi, negozi, ecc.).

Una sfida  ambiziosa, che Maria Olimpia si è caricata sulle spalle, con un sorriso disarmante. Di quei sorrisi che non si arrendono di fronte alle difficoltà, contagiosi, un po’ come le sue idee: contagiose. Perché Maria Olimpia non è sola a portare avanti questo progetto. Ci sono tanti giovani folli a farle compagnia.  Come Eleonora Petrulli, nata e cresciuta a Bologna ma con i genitori entrambi di Bova. Le parole di Eleonora mi commuovono, perché nonostante la sua vita sia sempre stata fuori dalla Calabria, c’è un qualcosa in lei che la richiama sempre qui.

“Perché ogni volta che scendevo giù in Calabria io sapevo che era lì che volevo stare. Sin da quando avevo 5 anni. E non è una cosa legata solo alle radici. Ogni volta che torno è come se iniziassi a respirare più tranquillamente, è come se tutto tornasse al suo posto. Sento che ogni fibra del mio corpo mi dice che quello è il mio posto, che è lì che devo stare”. E nonostante io non sia nata in Calabria ripeto sempre questa frase: “io mi sento calabrese perché to ema ene to ema (il sangue è sangue)”.

 

Foto di Eleonora PetrulliFoto di Eleonora Petrulli

Salvare il Greco di Calabria vuol dire salvare un pezzo di noi

Eleonora è lo specchio di un’Italia, principalmente un Sud, diviso a metà. Tra chi parte e non vuole più farvi ritorno e chi va via con un deserto nel cuore e il desiderio di mettere nuovamente radici qui.

E se Eleonora riuscirà a trasferirsi in Calabria sarà anche grazie al progetto “Se mi parli vivo” e ai laboratori linguistici di cui è una delle docenti. Una passione, quella per il greko che dura da una vita.

“Quando ero piccola mia zia cantava in un gruppo di Greko assieme a Tito Squillaci (padre di Maria Olimpia ndr). Ero così affascinata dal Greko che uno dei miei primi temi è stato sull’alfabeto greco. E ai miei compagni dicevo che venivo da un posto che è la capitale del Greco di Calabria, della Grecia calabrese. Il greco vuol dire Calabria e la Calabria vuol dire quello che sono io.  Salvare il greco vuol dire salvare un pezzo di me. Non riesco proprio a pensare a un futuro in cui non ci sia il greco in Calabria, penso che sarebbe un futuro distopico. Sarebbe come togliere un pezzo di Calabria”.

Tenere accesa la fiaccola del grecocalabro

E poi c’è Freedom Pentimalli, il cui viaggio verso il Greko inizia in modo del tutto inconsapevole, in Grecia. “Pensavo di trovare personaggi mitologici, invece incontrai una Magna Calabria, un popolo troppo simile al mio per essere di un’altra nazionalità. Dopo il greco antico studiato al liceo ed il moderno imparato ad Atene, mi mancava l’ultimo tassello per assaporare in toto le mie radici, il greco di Calabria.

Forse il mio amore per l’Aspromonte non era che un richiamo dei miei antenati. Amare la montagna ed il greco ha un unico delta: tenere accesa la fiaccola del grecocalabro.

Per questo la imparerò così bene da insegnarla. Anche per questo darò il mio contributo alla casa della filoxenìa: per far ricoprire la diversità culturale e far emergere una società conscia della propria identità e consapevole che la diversità è ricchezza. La casa della filoxenìa, riflettendo sull’emigrazione, ci farà aprire gli occhi sul mondo è sul rapporto con l’Altro. L’altro che io ho scoperto molto simile a me, mai nemico”.

Parlare Greko fa bene al cuore

In un’intervista Tito squillaci, medico e profondo sostenitore della lingua greka ha detto che “parlare greko fa bene al cuore, fa risuonare in noi qualcosa di antico e autentico che ci ricollega al passato, ma ci proietta anche nel futuro, che va costruito su radici profonde”. E questo è un buon motivo per adottare il Greco di Calabria. Quali sono le altre ragioni?

Dal punto di vista linguistico potrei citarti tantissime caratteristiche della lingua che ci raccontano un altro modo di vedere le cose, probabilmente migliore! Per esempio in Greko ci sono tantissimi modi per definire la spazzatura e sai perché? Perché non esisteva l’inquinamento, abbiamo creato tutto noi negli ultimi 50 anni, ma non faceva assolutamente parte della nostra cultura, come ci ricorda il Greko. Tutto veniva riciclato e quindi aveva un nome specifico in base al suo riutilizzo. In Greko perfino l’acqua utilizzata per lavare la madia veniva riciclata dandola da bere ai maiali. Questa è la ricchezza unica che il Greko può ancora donarci – conclude Maria Olimpia.

Dall'archivio dell'Associazione Jalò tu Vua: giornata della lingua greca di Calabria 2004. Foto con i parlanti greko (vecchia e nuova generazione).

Dall’archivio dell’Associazione Jalò tu Vua: giornata della lingua greca di Calabria 2004. Foto con i parlanti greko (vecchia e nuova generazione).

Adottando una lingua in via d’estinzione, progetto mai tentato prima, si salva una visione del mondo ricca di tremila anni di storia e le si dà la possibilità di esprimersi ancora sul presente.

Adotta anche tu il greco di Calabria!

Partecipa alla raccolta fondi, donando un contributo economico o la tua professionalità.  Scopri come qui.

Mariarita Sciarrone
Mariarita Sciarrone

Giornalista, esperta di marketing territoriale e digital strategist. Sembrano tante qualifiche, ma sono tutte racchiuse in una professione.  In parole povere mi occupo di valorizzare aziende e territori. Lo faccio principalmente mettendo assieme strategia e parole. Hai bisogno di aiuto?  LAVORA CON ME


Progetti virtuosi a Sud
adotta il greco di Calabria, crowfunding, greco di Calabria, minoranza linguistiche, minoranze linguistiche

Post navigation

PREVIOUS
Il Salento che non ti aspetti: Botrugno e dintorni (II parte)
NEXT
Come usare Facebook per promuovere una struttura ricettiva

One thought on “Se mi parli vivo: adotta il Greco di Calabria”

  1. Pingback: Comunità ellenica alla festa multiculturale! | Comunità Ellenica di Parma e Reggio Emilia. Ελληνική Κοινότητα Πάρμας και Ρέτζιο Εμίλια.

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA


lostretto__indispensabile

✍🏼Scrivo contenuti e creo strategie digitali per aziende che hanno un’anima. 📍#Calabria e #suditalia lenti Nostalgica per vocazione 👉@secretcalabria

Mariarita Sciarrone | copywriter & digital strategist
Pensieri sparsi di maggio. Anche quest’anno ma Pensieri sparsi di maggio. 

Anche quest’anno maggio mi ha insegnato che per cento porte chiuse ce n’è una aperta. 
A maggio ho visto bellezza e rinascita.
Ho tirato un sospiro di sollievo, pur restando nella mia zona di vigile attesa. 
Ho fatto le analisi del sangue e atteso i risultati come si attende la notizia peggiore della vita. Sono fatta della stessa sostanza della mia ansia e anche se continuo a far credere che non è nulla, in realtà sono attraversata da almeno una paranoia o psicodramma al giorno. 

Ho letto un libro che non mi è piaciuto, ma continuo ad amarne l’autrice. 
Ho raggiunto un obiettivo che mi ero prefissata di raggiungere a dicembre, però dell’anno scorso. Mi do’ comunque una pacca sulle spalla per non aver mandato tutto all’aria. 

Ho avuto mal di testa un giorno sì e un giorno no, a volte due giorni sì e uno no. E quando non ho avuto mal di testa era perché non c’era scirocco.
Ho tenuto due corsi, preso 15 treni e altrettanti autobus e in questo mese mi sono resa conto più che mai che trascorrere tutti i giorni 8 ore davanti una scrivania, equivarrebbe per me a morte certa. Sono fatta per la poesia, la vita all’aria aperta, per lavorare all’ombra di un uliveto, con alle spalle un vigneto e un panino in faccia al mare. Possibilmente nei pressi du un faro. 

Il cambio stagione mi ha messa a dura prova, mentalmente e fisicamente. Ho acceso tutti i palo santo dell’Equador, ho meditato, fatto yoga, ingurgitato integratori, ascoltato podcast per la crescita personale e 
perfino fatto il primo bagno al mare. Mi rendo conto che è stata più una presa di posizione, ma ogni tanto serve.
Partire il ponte del primo maggio, anche quella è stata una presa di posizione e in quel caso non è servita. Però la Sicilia è sempre il mio secondo posto preferito. 

Ho rinunciato a fare una cosa cui tenevo moltissimo e ci ho fatto pace subito. Ricordo però ancora una rinuncia di 16 anni fa e maggio me lo ha ricordato. 

Mia figlia nel frattempo è cresciuta tantissimo, sono cresciute le sue domande, la sua curiosità, la sua allegria. 
 
Ciao, maggio. Grazie per avermi tenuta in piedi. 

#lostrettoindispensabile #adessoscrivo #pensieridaltreno #remotework
Se dovessi definire la parola mamma con un’espre Se dovessi definire la parola mamma con un’espressione, direi “prendersi cura”. 

Nel mio lungo percorso alla ricerca della maternità a darmi tormento era il peso delle aspettative, la paura di deludere le persone a me vicino, quella di non seguire un percorso stabilito. 
Non mi sono mai sentita incompleta e non ho mai creduto alle frasi per cui se non sei mamma vali metà o quelli che “la vita di una donna non ha senso se non diventi mamma.”
Questo non vuol dire che non lo desiderassi diventare mamma.
Tutt’altro. Solo che quando ho iniziato a desiderarlo davvero, ero già nella fase di una primipera attempata. Perché è così che veniamo definite dopo i 35 anni.

Sei arrivata quando lo hai deciso tu, in modo inaspettato, naturale e con te è finito il peso delle aspettative. 
Sei arrivata mentre ero impegnata a prendere un aereo e prenotarne un altro. 
Mente pianificavo un viaggio impegnativo che poi non ho più fatto, tu costruivi la tua strada.

Eri con me il giorno in cui ho aperto la partita iva e quello in cui mi hanno detto che non c’era una ragione specifica se non arrivavi. Succede. 
Ed eri sempre con me quando avevo detto che “ok, proviamo altre strade. Però tra qualche mese, non ora. Ora dobbiamo partire”. 

Eri con me mentre facevo progetti lontani anni luce da te. 
E ti sei presentata in un pigro pomeriggio di maggio, dopo un bagno al mare nella mia Scilla (ah, ho le prove che di sti tempi nel 2018 avevo già fatto più di un bagno) e aver mangiato un gelato che sapeva di tutto tranne che di gelato. E infatti non l’ho mangiato. 
Il resto è stato meraviglia continua e costante. Quattro anni che sono sembrati quaranta. 
Sei arrivata tu a sparigliare le carte mostrandomi infiniti modi per splendere. 
Se non fossi arrivata, avrei trovato altri modi per sentirmi mamma, prendendomi cura. Lo dico senza presunzione perché la mia Vita era già piena prima che tu ci fossi.
Ma oggi che sei qui con me, oggi che hai dato forma diversa a tutto il resto, mi chiedo come abbia fatto prima di te. 

Sei nata a gennaio, ma ogni anno celebro il giorno in cui sei arrivata davvero, mio splendido fiore di maggio. #lostrettoindispensabile #raccontatisempre #raccontiasud
📍Post da Salvare Posso dire che #Palermo sia u 📍Post da Salvare
Posso dire  che #Palermo sia una delle città più belle al mondo. Pure se il mondo non l’ho visitato tutto e mai lo visiterò. 
Lo ha detto la rivista Americana travel+Leisure classificandola tra le 25 città più belle del mondo. Ma noi lo sapevamo da prima. 

Questo reel non parla di Palermo ma dei suoi dintorni, che sono altrettanto meravigliosi.
👇
📍Bagheria, con le sue ville nobiliari come: Villa Cattolica, che oggi ospita il Museo Renato Guttuso, Villa Butera (U Palazzu), sede di rappresentanza del Comune con la Certosa sede del Museo del Giocattolo; Villa Palagonia, nota anche come “Villa dei Mostri” per le numerose sculture sui muri del parco.
📍Cefalù con l’elegante Corso Ruggero, gli scorci dei vicoli come vicolo Caracciolo, il Duomo di Cefalù, patrimonio Unesco, il Chiostro Canonicale, la chiesa del Purgatorio, la Spiaggia del Porto Vecchio e Porta Pescara, Il lavatoio Medievale.

📍 Castelbuono, con il Castello dei Ventimiglia e il Museo Civico, il Pitia Museum, museo d’arte contemporanea dedicato ai giovani artisti emergenti.
Qui nasce il famoso panettone di Fiasconaro, ma anche la provola delle madonie e la Manna, una resina ottenuta dal frassino e utilizzata in diverse preparazioni. 
A Castelbuono si celebra ad agosto l’Ypsigrock Festival, la più grande manifestazione di musica indie e alternative rock d’Italia. 
📍Santo Stefano di Camastra, la città della ceramiche siciliane che non sono solo all’interno dei negozi, ma decorano strade, parchi e ingressi delle case.
Da vedere: palazzo Trabia, che ospita il museo delle ceramiche, Viale delle Palme, Palazzo Armao. 
📍Castel di Tusa (e dintorni) con il percorso Fiumara d’Arte, nato da un’idea di Antonio Presti che, seguendo il percorso di un fiume che non scorre più (l’antico fiume Halesa), ha creato uno tra i più grandi parchi artistici d’Europa.
Tra le opera presenti in questo museo a cielo aperto: “Monumento per un poeta morto”, meglio nota come “La finestra sul mare”, nel comune di Reitano e il Labirinto d’Arianna”, a Castel di Lucio.

Questo itinerario nasce su consiglio della mia amica local @silviazammitti, inclusi luoghi in cui mangiare e dormire, che qui non ci sono 😅
Per alcune persone sono solo solo porte e muri col Per alcune persone sono solo solo porte e muri colorati, ma in questo borgo c’è molto di più.
👉 C’è rigenerazione 
👉 la forza di una comunità
👉 Visione e strategia 
👉 marketing territoriale 

Tutto quello che serve in una regione come la Calabria.
Borgo Croce si trova a Fiumara, paese di poco meno di 1.000 abitanti nella Città metropolitana di Reggio Calabria, meglio conosciuto perché è il paese che ha dato i natali a lo cantautore Mino Reitano. 

Fino a poco tempo fa si trattava di un luogo come tanti altri in Calabria, vittima dello spopolamento delle aree interne e destinato al declino.

Fino a quando i suoi abitanti non hanno deciso di cambiarne le sorti, partendo dalla realizzazione di un murales in una parete della piazza.

Da qui è iniziato il percorso di rigenerazione del territorio, guidato da Maria Grazia Chirico e tutti gli abitanti del borgo.

Il percorso non è terminato perché ci sono tanti progetti da realizzare ma è un luogo che merita di essere visitato e sostenuto. 

📍Come si arriva a Borgo Croce?

Sia che provenite da Nord che da Sud basta percorrere l’autostrada A2 e prendete l’uscita Campo Calabro. Proseguire lungo la zona industriale e seguire le indicazioni per Fiumara.
Comunque basta inserire 
🍝Ci sono punti di ristoro?
Sì c’è un’area ristoro gestita dall’associazione con posti a sedere all’aperto e dove poter consumare prodotti tipici locali

🧒👧Ci sono spazi dedicati ai bambini? Borgo Croce è un parco giochi all’aperto, pieno di colori, cartoni animati disegnati sulle pareti e mondi incantati da scoprire passeggiando lungo le vie del Borgo.

Quando andare? Questo è il momento ideale. Potete scegliere la mattina e fermarvi a pranzo o nel pomeriggio e proseguire con un aperitivo. Basta che terminiate mangiando 🥳 
Il prossimo 21 maggio ci sarà una passeggiata organizzata dagli amici di @igers.reggiocalabria proprio all’interno di questo Borgo. 

#lostrettoindispensabile #secretcalabria #dafareincalabria #calabriaconbambini #calabriastraordinaria #igersreggiocalabria #igerscalabria #wesanderson #calabrialenta #rigenerazioneurbana
{Si resta sempre figlie, nel cuore} Ogni tanto g {Si resta sempre figlie, nel
cuore} 

Ogni tanto guardo mia figlia, quando si accuccia dentro un mio abbraccio, quando il mio ventre diventa come per magia il suo posto consolatorio preferito.
Osservo la sua reazione ai limiti della meraviglia quando mi vede dopo soli due minuti in cui mi ero allontanata dal suo campo visivo, mi dispiaccio per la sua espressione corrucciata di fronte ad un mio sincero “non lo so”, in risposta alle sue domande sempre più difficili. E mi rendo conto che non è una cosa prevista, il mio non sapere non è contemplato nella sua mente. “Perché mamma, tu sai tutto”. E vorrei davvero dirle che invece non so nulla. Che ci sono tante cose che non so, tante cose cui non riesco a dare una risposta. Ma non dico nulla, perché non è questo il tempo.

So perfettamente che arriverà un giorno in cui calerà il sipario della perfezione su di me, in cui mi vedrà immersa nei miei difetti, impantanata nelle mie debolezze e si renderà conto di sapere molte più cose lei di me. 

Fino ad allora mi piace guardarla nella sua condizione di figlia e penso che sia una delle cose più rassicuranti al mondo. 
Sentirsi figli, intendo. 

Perché presto o tardi arriva quel momento in cui si deve fare i conti con il disonesto passaggio del testimone. Quello che da figli ti porta a diventare genitore dei tuoi stessi genitori.

La verità è che non si vorrebbe smettere di essere figli mai. E invece c’è un momento in cui devi consolare quando vorresti solo essere consolato,
accudire quando vorresti essere accudito,
abbracciare forte, quando l’unica cosa che vorresti fare è rannicchiarti nel ventre di tua mamma e lasciarti dondolare da una ninna nanna.
Arriva per tutti quel momento in cui si smette un po’ di essere figli.
E allora tocca chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dal vento. 

#raccontiasud #pensierisparsi #raccontatisempre #raccontatimeglio #madriefigli #igersicilia #villapatagonia #siciliabedda #sicilianelcuore #vitalenta
Non aspettate agosto per visitare #Scilla. So che Non aspettate agosto per visitare #Scilla.
So che non tutti possono farlo ma la #vitalenta qui è possibile solo il in questi mesi qui, da aprile a giugno. 
Quando volto quella curva, io respiro ♥️

#lostrettoindispensabile #scillarc #igersreggiocalabria #igerscalabria #calabriastraordinaria #undertourism #slowtourism #borghipiubelliditalia
Scopri di più Segui su Instagram

CATEGORIE BLOG

  • Blog
  • Contatti
  • Lavora con me

Restiamo in contatto

  • Blog
  • Contatti
  • La mia newsletter
  • Raccontati meglio

Lo Stretto Indispensabile

Comunicazione e Marketing
di Maria Margherita Sciarrone
P.IVA 03033720800

Privacy PolicyCookie Policy

Chiacchieriamo sui social

Facebook RSS LinkedIn

© 2023   Lo Stretto Indispensabile - Tutti i diritti riservati