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Lo stretto indispensabile

Comunicazione & Marketing

Chi sono

Chi sono

Prima di dirti come nasce Lo Stretto Indispensabile, ti racconto qualcosa di me. 

Sono nata a Reggio Calabria, ho vissuto fino ai diciotto anni a Villa San Giovanni, un paese di 13.700 anime, che tu conoscerai perché è lì che ci si imbarca per andare in Sicilia. In mezzo lo Stretto di Messina. E dallo Stretto ho tratto ispirazione per il nome di questo sito web. Ho lasciato la Calabria per dieci lunghi anni e faccio parte di quelli che hanno scelto di tornare, non con poca fatica. 

Mi è capitato più volte di sfogliare i diari della me adolescente, più che altro per capire se i sogni di allora coincidevano con quello che poi sono diventata. Ci ho ritrovato la passione per la scrittura, il desiderio di diventare giornalista e quello di andare via da una terra che, in quel periodo di lotta con il mondo, mi stava stretta. 

Quei sogni mi hanno portato ad affrontare un viaggio lungo 10 anni. Da Roma, a Macerata, fino in Grecia, passando per l’Irlanda. La mia vita da fuori sede oscillava tra continue mancanze e molti sensi di colpa. Il mio ritorno però non è stato proprio un atto di coraggio, sono tornata quando non avevo nulla da perdere. E se dovessi pensare ad una frase che racchiuda quel ritorno a casa, userei questa: “la vita è quella cosa che succede quando siamo impegnati a fare altri programmi”.

Da questo ritorno inconsapevole ne è nato un vero e proprio stile di vita, che definirei restanza. Non è un termine inventato da me, ma da Vito Teti, antropologo calabrese.

Per spiegarti il significato della “Restanza” preferisco prendere in prestito le sue parole. 

“Restanza denota non un pigro e inconsapevole stare fermi, un attendere muti e rassegnati. Indica, al contrario, un movimento, una tensione, un’attenzione. Richiede pienezza di essere, persuasione, scelta, passione. Un avvertirsi in esilio e straniero nel luogo in cui si vive e che diventa il sito dove compiere, con gli altri, con i rimasti, con chi torna, con chi arriva, piccole utopie quotidiane di cambiamento. E ancora volontà di guardare dentro e fuori di sé, per scorgere le bellezze, ma anche le ombre, il buio, le devastazioni, le rovine e le macerie. Non sono concessi autocompiacimento, autoesaltazione ma neppure afflizione. Restanza comporta riscoprire la bellezza della sosta, della lentezza, del silenzio, di un complesso e faticoso raccoglimento, stare insieme.”

Sta racchiuso tutto in queste parole il senso del mio ritorno. Ed era fondamentale che te lo spiegassi perché tu capissi quanto io sia profondamente legata alle mie radici, pur avendo spiccato mille volte il volo.

Se decidi di collaborare assieme a me, ti piacerà conoscere alcune cose che mi contraddistinguono:

  • Ho sempre cercato di fare dell’etica una filosofia di vita, di applicarla alla mia vita professionale e personale.
  • Il mio stile di comunicazione si trova sempre a metà strada tra l’analogico e il digitale. Sono consapevole che la comunicazione oggi si svolge on line, ma credo che alcuni progetti si esprimano benissimo anche off line. Se dieci dei tuoi clienti ricevessero un biglietto di ringraziamento scritto a mano con le parole giuste, ti posso assicurare che ne sarebbero felici.
  • Adoro i carboidrati, non so come la gente possa farne a meno.
  • Della passione per le parole ne ho fatto una professione. Ho iniziato scrivendo di arte e cultura e questo mi ha permesso di iscrivermi all’albo dei giornalisti pubblicisti. Non ho però seguito la strada del giornalismo, anche se mi ha aiutato tantissimo.
  • Amo incondizionatamente la lingua italiana e se mi chiedi quale siano i miei libri preferiti, troverai nella lista l’Enciclopedia Treccani.
  • Mi piacciono le cose vecchie: i libri, le macchine da scrivere, le lettere scritte a mano, i giradischi, i bauli, gli album di foto dei miei nonni, le case che odorano di chiuso.
  • Amo i paesi, quelli abbarbicati sulle montagne o affacciati sul mare, dimenticati, abbandonati o custoditi come preziosi gioielli. Credo che lì si nasconda la vita vera, tra panni stesi al sole, profumati con sapone di casa e i bambini che sono ancora liberi di giocare per strada.
  • Il mare è il mio riconciliatore con il mondo. Mi basta sedermi sulla riva per perdonare ogni peccato, i miei per primi. È il luogo che più mi ricorda l’infanzia e l’unico posto in cui ho la certezza di essere sempre stata felice.
  • Adoro viaggiare e col tempo ho imparato ad apprezzare il viaggio lento. Non ho avuto moltissime occasioni per questa tipologia di viaggio perché richiede tempo, ma il treno e la barca a vela sono stati custodi di meravigliose esperienze.    
  • La mia giornata non inizia senza il caffè. In passato ti avrei detto: rigorosamente a letto e dopo le 8. Credevo che non avrei cambiato mai questa salutare abitudine, poi è nata mia figlia e niente è stato più come prima.    
  • Il social dove mi trovi con più assiduità è Instagram. È lì che racconto molto di me, della Calabria e dei Viaggi a Sud.

Perché lo Stretto Indispensabile?

Questo sito nasce come blog nel 2016, dal desiderio di raccontare il bello del Sud Italia. Non per restituire ai lettori un’immagine diversa o distorta, ma sicuramente più autentica e meno raccontata. 

Il nome di questo blog è prima di tutto un omaggio allo Stretto di Messina. C’è chi la mattina si sveglia e vede palazzi, strade trafficate o muri. Io di fronte ho sempre avuto la fortuna di vedere il mare. E la Sicilia. Una bussola. Sono figlia dello Stretto, una strettese. Il legame che ho con questo luogo è viscerale e in un modo e nell’altra ha influenzato la mia vita e le mie scelte.

#Lostrettoindispensabile è, in secondo luogo, una sfida: quella di liberarsi dalle zavorre, un invito – prima di tutto a me stessa – a viaggiare leggeri, nell’anima e nel corpo. 

Sul blog ti racconto progetti virtuosi a sud,  itinerari di viaggio, di come i social network possano aiutare le aziende a promuovere il territorio.

Sei un’azienda e ti piacerebbe sapere come promuovere la tua attività sui social? Oppure sei un professionista e vuoi parlarmi di un progetto?

CONTATTAMI

lostretto__indispensabile

✍🏼Scrivo contenuti e creo strategie digitali per aziende che hanno un’anima. 📍#Calabria e #suditalia lenti Nostalgica per vocazione 👉@secretcalabria

La settimana più lunga dell’anno sta per volger La settimana più lunga dell’anno sta per volgere al termine e sono successe così tante cose che ho pensato di metterne alcune qui, nero su bianco. Sono state molte più di 10 in realtà, non tutte belle, ma ho imparato che finché siamo qui a parlarne va bene così.
Un breve riassunto qui:
1. Sono andata a raccogliere arance e clementine. Un rito, una tradizione, una preghiera e un ringraziamento che si compie ogni anno, poco prima di Natale. Ci vado con papà, nel terreno che acquistò nonno moltissimi anni fa. Quando vengo qui mi sento di celebrare la sua memoria nel modo più sensato, sporcandomi le mani di terra, passando del tempo con mio papà, suo compare, mia mamma. Una giornata semplice, ma di una ricchezza inestimabile. 
2. Abbiamo rinnovato la sua stanzetta, un po’ più sua e un po’ meno mia. Un angolino per me l’ho comunque tenuto e parla di Calabria. 
3. Con Annalisa de @agriturismoalanterna siamo  stati a vedere in anteprima Semidei, il film di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta. Delicato, profondo, una cosa di cui essere orgogliosi.
4. Poco dopo siamo finiti in ospedale, ma siamo state molto coraggiose. C’è da dire che in ospedale questa settimana ci siamo finiti 4 volte, ma siamo tornati tutti interi. E mi sembra un buon traguardo. 
5. La recita per fortuna non ce la siamo persa. La sua ultima recita della scuola dell’infanzia. Stranamente non ho pianto, ma mi sono sentita felice, per davvero.
6. Abbiamo aspettato e accolto il ritorno di amici e famiglie che ci siamo scelti ed ho capito che la lontananza non può scalfire alcun affetto se questo è autentico davvero
7. La mia faccia nel frattempo è stata più o meno questa. Poche ore di sonno, una serie di to do list da spuntare e neanche il tempo di andare dal parrucchiere. Però ho imparato a fare le onde.
8. Quest’anno ho voluto ringraziare alcune persone e l’ho voluto fare con qualcosa di mio e di personalizzato. 
9. Nel frattempo mi è arrivata la comunicazione di avvenuta registrazione del Marchio. Una cosa che avrei dovuto molto tempo fa ma l’ho fatta solo pochi mesi fa.
10. L’unica ragione per cui amo il Natale è perché con alcune persone riusciamo a stringerci di più. 

Buona vigilia ♥️
Novembre è sempre stato il mio mese, ma quest’a Novembre è sempre stato il mio mese, ma quest’anno l’ho lasciato andare senza troppi clamori. 
Per anni ho fatto festa laddove non era contemplata, ho acquistato biglietti aerei nel mese che “dove vai che piove ovunque” e trascorso ogni anno in una capitale europea diversa.
Poi capita che la voglia di festeggiare sprofondi nelle pieghe del quotidiano, fino a nascondersi. E questo novembre è andata un po’ così. 
Nonostante tutto, le foto scattate a novembre mi hanno fatto pensare che ci sono stati più di dieci momenti felici e lo so per certo, perché ho fatto fatica a scegliere dieci foto. Eccole comunque qui, a ricordarmi che: 
1. Anche questo novembre abbiamo celebrato il vino e ho avuto il privilegio di farlo in una giornata di autunno rubata all’estate;
2. Abbiamo poi festeggiato il tuo nome, che più lo pronuncio e piu mi rendo conto quanto ti calzi a pennello e speriamo solo che da grande tu non faccia come me, che non perdo mai occasione per rinfacciare ai miei i casini che hanno combinato col mio di nome; 
3. Anche a novembre sono stata letteralmente stracciata a Burraco da mio papà e mi sono ricordata che le nostre giocate a carte sono tra i ricordi più belli di tutta la mia vita, perché per noi le carte sono sempre state una filosofia di vita e perché dal gioco alle carte ho tratto uno degli insegnamenti che mi ha trasmesso mio papà: se vuoi conoscere davvero una persona devi metterla ad un tavolo da gioco. Ci avete mai fatto caso? 
4. A novembre abbiamo messo i pattini ai piedi e ci siamo iscritte a pattinaggio. In realtà io ti ho solto guardata, ma ogni volta che tu sorridi o impari una cosa nuova, io mi rendo conto di cosa voglia dire amare incondizionatamente un’altra persona: essere felici per lei più di lei; 
5. Foto molto dump, ma mi ricorda quel giorno che ho avuto il privilegio di parlare ai ragazzi del mio paese delle alternative possibili che ci sono prima di lasciare il luogo in cui si è nati per scegliere l’altrove. Ho provato a dirgli quello che avrei voluto dicessero a me alla loro età. Magari me ne sarei andata ugualmente, magari no. Nessuno ha provato a fermarmi, quindi non lo sapremo mai. 
{continua nei commenti}
Nella mia vita non sono scesa in piazza molte volt Nella mia vita non sono scesa in piazza molte volte, non posso considerarmi un’attivista, seppur cerchi, come posso, di fare divulgazione e sensibilizzare su alcuni temi.
Credo però nelle rivoluzioni dal basso, ma soprattutto sono convinta che ognuno debba manifestare come può. 
Credo senza dubbio che ci siano persone che hanno più consapevolezza di quanta ne abbia oggi io.
Di sicuro ho sempre ammirato e sostenuto chi scende in piazza, chi scende in piazza sempre. Non solo per rivendicare i propri diritti, ma soprattutto quelli delle altre persone. So perfettamente che se dovessimo lottare per tutte le ingiustizie, dovremmo scendere in piazza ogni giorno. Eppure, ci sono persone che lo fanno, accomunate da una responsabilità collettiva. 
Ieri, in piazza, a Messina, c’erano persone di ogni età. Nonne, mamme, ragazze, ma anche molti uomini, che sono scesi in piazza per le donne e con le donne. Perché le cose si possono cambiare solo insieme. Ed io mi sono più volte commossa. 

Non sono scesa in piazza molte volte, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. 
Perché domani, quando mia figlia mi chiederà “ma tu dov’eri?”, voglio poterle dire che anche io ho fatto la mia piccola, infinitesimale, parte. 
Per i diritti di tutte le donne e per costruire una società migliore di questa. 
Voglio poterle dire che lei finalmente potrà sentirsi libera e non semplicemente coraggiosa. 
Chè io la violenza vera non l’ho mai conosciuta, ma ne ho vista tanta altra, fatta di mainsplaining quando ancora non sapevo neanche dargli un nome, di antimeridionalismo, quella violenza anche solo immaginata, fatta della paura di tornare a casa da sola la sera, quando vivevo nelle grandi città, di dover abbassare la testa e accelerare il passo quando mi trovavo in strade poco frequentate, di parole inopportune, inadeguate, svilenti.
Ed è proprio dalle parole che partirò. Perché è con le parole che lavoro ogni giorno e perché voglio credere che se da oggi iniziamo a prevenire la violenza verbale, forse elimineremo anche quella fisica. 
#nonunadimeno #nonunadimenomessina #25novembre
Vi racconto che cosa si può fare con questo frutt Vi racconto che cosa si può fare con questo frutto qui che è il bergamotto di Reggio Calabria, il re degli agrumi. Venite con me. 
Ho scoperto tutti i segreti del Bergamotto di Reggio Calabria durante Bergarè, importante evento di promozione e valorizzazione di questo agrume prezioso.

#bergare #bergamottodireggiocalabria #bergamotto #eccellenzecalabresi
Del #bergamotto di Reggio Calabria pensavo di cono Del #bergamotto di Reggio Calabria pensavo di conoscere tutto. 
Non sapevo, invece, che esistono tre varietà diverse in base alla zona di produzione e che da queste varietà di frutto si possono estrarre essenze diverse. Più amare se provenienti dal Bergamotto di Reggio Calabria Centrale, più fruttate mano mano che ci avviciniamo alla fascia Jonica orientale. 
Ho imparato quanto sia importante il riconoscimento della DOP anche per il frutto fresco e non solo per l’olio essenziale. 
Basti pensare che François Demachy, il naso di Dior, ha scelto per le sue creazioni il Bergamotto San Carlo (il nome indica il luogo di coltivazione del bergamotto) e il raccolto annuale di quell’area viene riservato in esclusiva alla Maison Dior. E mi è venuto da pensare una cosa su cui rifletto spesso: ci sentiamo più belli quando sono gli altri a raccontarcelo. 
Grazie all’evento Bergarè siamo stati noi reggini, noi calabresi, a poter raccontare quanto di più prezioso identifica il territorio di Reggio Calabria, perché finalmente non ce la siamo raccontati da soli, ma abbiamo parlato all’Italia e al mondo. 
C’è bisogno di parlarne ancora del bergamotto di Reggio Calabria? Sì, perché ancora oggi si fa confusione su diversi aspetti. C’è bisogno di parlare della sua identità territoriale, di mostrarne la sua forma che non è quella che le aziende acquistano su istock, o che appare sui principali motori di ricerca, di raccontarne i suoi utilizzi, dal bergamotto buono da bere, al bergamotto che fa bene alla salute.
Abbiamo una grande responsabilità, non solo noi che facciamo comunicazione, ma i calabresi tutti.

Serve acquisire maggiore consapevolezza, essere curiosi, informarci, altrimenti poi non ha molto senso arrabbiarci se ci raccontano come non siamo. 
Mi dovrete sopportare ancora, perché ho diverse cose da dire e ringraziamenti da fare. Nel frattempo un assaggio di questi giorni.

#bergare #bergamotto #bergamottodireggiocalabria
Questa è una storia di fatica. Lo capisci osserva Questa è una storia di fatica. Lo capisci osservando le mani di Vincenzo, ma soprattutto è lui a dirtelo. 
Vincenzo Amodeo ha iniziato ad estrarre l’essenza di bergamotto a 13 anni, perché così faceva suo padre, suo nonno e il suo bisnonno. Vincenzo non ha fatto di questa arte il suo lavoro principale, ma oggi è considerato l’ultimo artigiano rimasto a saper estrarre a mano l’essenza di bergamotto.

“Spero di poterlo fare ancora a lungo, ma dopo di me non ci sarà nessuno ad estrarre l’essenza a mano con il metodo a spugna”. 

Vincenzo non ha avuto figli e i suoi nipoti hanno preso altre strade. Un’eredità preziosa che andrà perduta.
Le mani non possono fare quello che oggi fa una macchina. Ma noi siamo  fortunati ugualmente, perché abbiamo il privilegio di vedere tutto questo, di conoscere delle storie che rischiano di andare perse ma che possono continuare a vivere attraverso  i racconti.
Possiamo raccontare a voi tutto quello che abbiamo appreso e stiamo apprendendo sul bergamotto e voi potrete raccontarlo ad altre persone. 
La storia di un territorio, la sua valorizzazione passa anche da qui, dalle sue risorse e dal modo in cui scegliamo di divulgarle.
Più siamo a conoscere queste risorse e la loro importanza, più un territorio viene valorizzato. 
Perché la verità è che spesso è chi vive il territorio che ne conosce meno la sua storia.
E noi vogliamo contribuire a cambiare questa tendenza. 
Fino a domani potrete partecipare agli eventi Bergarè a Reggio Calabria al Castello Aragonese.
Il racconto continua nelle stories. 

#bergare #bergamotto #bergamottodireggiocalabria
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