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Lo stretto indispensabile

Comunicazione & Marketing

Raccontati meglio

Raccontati meglio

Quando parli della tua azienda o del tuo lavoro ti emozioni tantissimo. Ripensi a tutto quello che hai fatto per costruirla o agli ostacoli che hai dovuto affrontare per essere il professionista che sei oggi.
Poi però quando provi a raccontarla, hai la sensazione di non darle giustizia. Non trovi le parole giuste o le scrivi male. Troppo autoreferenziale o troppo commerciale. Non riesci a seguire un fil rouge o uno stile e finisci per andare di frasi fatte. Per queste ed altre ragioni ho pensato di costruire “raccontati meglio”, un progetto che ha l’obiettivo di raccontare un’azienda attraverso le storie, i valori e i benefici di un determinato brand.

Ho deciso di creare questo servizio perché ero un po’ stanca di guardare foto prive di contenuto o accompagnate solamente da un trenino di hashtag, consultare un sito web e non trovare la storia di quell’azienda o del professionista. E per storia non intendo un mero testo istituzionale, ma quelle storie che quando le leggi ti fanno cogliere l’essenza di un progetto, al punto che finisci per sceglierlo perché ti riconosci in quell’azienda, in una sorta di affinità elettive.

Per queste ed altre ragioni ho pensato al progetto “raccontati meglio”: per trovare le parole che parlino di te e del tuo lavoro, per fare in modo che se una persona pensa ad un servizio, lo possa associare a te; per trasformare il tuo profilo in una storia da raccontare.
Puoi leggerlo in due modi: raccontàti meglio, come quei percorsi e storie cui è stata data la giusta collocazione. Con le parole dosate, pensate e messe nel punto giusto.
Oppure leggilo come esortazione, quella che rivolgo io a te. Troppo spesso mi capita di guardare aziende e professionisti con una comunicazione davvero scarna, senza una visione, prive di emozione e passione. Con Raccontati meglio voglio esortarti a non lasciare la tua storia in un angolo!

Come funziona il servizio “Raccontati Meglio”

Per prima cosa ti invierò un breve questionario e successivamente mi occuperò di ascoltarti. Ti dedicherò un’intera ora in cui tu potrai raccontarmi il tuo percorso e la tua storia, sceglieremo i canali in cui veicolarla e io mi occuperò di valorizzarla al meglio.

Tutto quello che scriverò apparterrà a te e potrai farne l’uso che desideri. Io ti lascerò solo qualche consiglio sul corretto utilizzo. Perché le parole, come ti dicevo, vanno messe al posto giusto.

Questo servizio fa per te se:

  • Hai chiara la tua value proposition, se sai cioè quali sono gli aspetti che rendono il tuo prodotto o servizio unico e perché i tuoi clienti dovrebbero sceglierti;
  • hai un sito web o un profilo instagram attivo che usi a livello professionale;
  • vuoi dare valore aggiunto alla tua comunicazione.

Questo servizio non fa per te se:

  • Usi i social solo per avere più follower o per vendere;
  • Non hai minimamente idea di quali siano gli obiettivi aziendali;
  • Pubblichi un post per esserci e non per trasmettere un messaggio.

Quanto costa il servizio?

Il servizio costa 350 € e comprende un’ora di consulenza e il quaderno digitale “Raccontati meglio”, con all’interno la tua storia da raccontare e alcuni preziosi suggerimenti per comunicare al meglio la tua azienda o i tuoi servizi.

Chiedimi maggiori informazioni

lostretto__indispensabile

✍🏼Scrivo contenuti e creo strategie digitali per aziende che hanno un’anima. 📍#Calabria e #suditalia lenti Nostalgica per vocazione 👉@secretcalabria

Mariarita Sciarrone | copywriter & digital strategist
Gran parte di tutta questa bellezza sono riuscita Gran parte di tutta questa bellezza sono riuscita a vederla grazie a te, papà. Grazie al tuo sconfinato amore per il nostro #strettoindispensabile. 

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Ho scelto di raccontare un’altra Calabria. Lo St Ho scelto di raccontare un’altra Calabria. Lo Stretto Indispensabile è nato per questo. 
Sono passati 12 anni dal mio ritorno qui. Non mi sono pentita di essere andata via, non mi sono pentita di essere tornata. Non ho mai giudicato chi è andato via, però spiace che spesso le parole più crude verso la Calabria provengano da calabresi. 
Li osservo mentre da lontano mettono la Calabria al centro dei loro racconti. E non sono bei racconti, no. Sono quelli che scrivono “Cercasi commesso volenteroso da subito. Astenersi calabresi”. 
Ma è uno scherzo, dice il calabrese che l’ha scritto. Una goliardata. 
Scherzi mal riusciti a parte, figli di un volersi tirare la zappa sui piedi ad ogni costo, è come se urlassero al mondo: “lo vedi che ho fatto la scelta giusta ad andarmene?”.
Sono i delusi, gli sfiduciati. Quelli che non li convincerai mai, perché hanno condannato all’ergastolo la regione che li ha partoriti e l’unico modo che hanno per dimostrare il loro amore è quello di lanciarle dardi. 

Quell’altra Calabria non la racconto per loro, abbiamo detto che non li convinceremo mai. 
La racconto per gli altri, per chi ne sente l’urgenza e per chi come me sogna una migrazione al contrario. È ambizioso come sogno, lo so. Ma la vision è fatta di questo. Di sogni. E per fortuna non sono da sola.

Lì fuori è pieno di persone che credono in questa vision e raccontano una Calabria resiliente, i borghi e i luoghi che i calabresi per primi non conoscono, le tradizioni che rischiano di andare perse, i giovani che a colpi di ascia e innovazione stanno distruggendo le fondamenta di una terra considerata perduta, per costruire imprese etiche, aziende biologiche, progetti inclusivi. 
Le ho incontrate queste persone, ho ascoltato le loro storie, ci siamo scelti per lavorare assieme, hanno la luce negli occhi e idee così belle che ti viene solo da abbracciarle. 

Ho scelto di dare voce a loro e a questa Calabria, non perché abbia i paraocchi e non veda tutto quello che non va.
Ma perché di quella Calabria lì, quella sbagliata, sono bravi a parlarne tutti, siete più bravi a parlarne voi. Io no.
Io racconto altro, per chi ha voglia di ascoltare.
Ciao, febbraio. Sei stato tante cose e tante prime Ciao, febbraio.
Sei stato tante cose e tante prime volte.
Il ritorno nei borghi, la prima volta a Parigi, pranzi in mensa, molte sveglie all’alba, vestiti di carnevale che sudi sette camicie per farli indossare a tua figlia, salvo poi non riuscire a toglierglieli neanche per dormire. 
Compleanni e candeline da soffiare. 
Sei stato un mix di ruoli di responsabilità, orgoglio, soddisfazione, ma anche senso di impotenza, lacrime e notti col cuore pesante. Viaggi in treno, in macchina, in autobus, in aereo, ma quel che conta viaggi.
Sei stato la dura legge della conciliazione vita-lavoro, mamma-lavoro, figlia-lavoro, compagna-lavoro, amica-lavoro. E per quanto mi ripetano che non sono il mio lavoro, ho fatto pace con la verità che sono anche il mio lavoro. E l’unico modo che ho per non soccombere, è provare a conciliare. C’è da dire, infine, che la mia conciliazione passa anche dal trascorrere serate a cercare una Barbie che non è una Barbie, ma una costruzione dei lego. 
Sei stato tante cose, febbraio. Ma più di tutte sei stato la certezza che andando via tu, hai lasciato posto alla primavera. Poco importa se sono previsti bruschi cali di temperatura, marzo pazzerello e via dicendo. Io ho comunque detto ciao ciao all’inverno.
“Vattene dai luoghi che non ti guardano le spall “Vattene dai luoghi che non ti guardano le spalle”.
Ché di fronte ai nostri occhi abbiamo sempre il mare, ma dietro di noi è la montagna che ci guarda le spalle. 

È la montagna che ha protetto la gente di questa terra durante le incursioni saracene.
Siamo gente di mare, ma le tradizioni sono tutte lì, in mezzo ai boschi.
Non scordarlo mai! 

#lostrettoindispensabile #tramareemonti #storiacalabria
Le strict nécessaire de Paris. Parigi se ne freg Le strict nécessaire de Paris.

Parigi se ne frega. Se le parli in inglese, se ne frega. E ti costringe a dare fondo a tutte le tue reminiscenze scolastiche. Ché alla fine ti chiedi dove le hai pescate quelle parole in francese, tu che il francese non lo hai mai studiato.

Parigi ti guarda con l’aria superba, di chi sa di essere sfacciatamente bella e può permettersi anche un hotel in centro dove i riscaldamenti non funzionano. Che diamine, sei a Parigi.

Se ne frega, ma solo apparentemente. Ché sotto il braccio nasconde la baguette, ma in mano ha un libro per imparare l’italiano e sfoggia ristoranti e pizzerie che sventolano il tricolore.
Però non temere, Parigi. Sei bella assai. 

Luoghi comuni su Parigi, che non sono poi così comuni ne avete?

#paris #parisvibes #visitparis #viaggianord #parigidascoprire #inviaggioaparigi #viaggidilavoro
Vino e territorio, cibo e territorio. L’unione Vino e territorio, cibo e territorio. 
L’unione tra questi elementi è sempre stata vincente. Eppure, a volte si tendono a dare per scontate le risorse, la propria autenticità e unicità. 
In questi giorni ho assaggiato moltissimi vini, per lo più calabresi ma non solo. 
Vini biologici, vini premiati, ma anche liquori artigianali. 

Ho conosciuto la storia di molte aziende, le ho osservate da vicino, ho visto la loro unicità anche quando non traspariva dalle loro parole.
Insieme abbiamo raccontato a giornalisti e visitatori professionali non solo il vino, ma soprattutto il territorio. Perché un vino si nutre di questo: della terra in cui crescono le sue uve. Del vento che soffia lungo i vitigni, di quanto estrema sia la viticoltura. 
Non è solo il territorio a fare un buon vino. È questione di pazienza, amore, dedizione, lungimiranza. E poi radici.
Ho assaggiato tanti vini, dicevo.
Per tre lunghi giorni e in orari in cui non sono solita bere. Ma ho anche degustato i prodotti identitari del territorio.
Con un pizzico di orgoglio, lo ammetto, ho osservato l’interesse da parte di produttori e giornalisti verso una regione considerata dai più come un luogo senza speranza, dimenticato, in cui non c’è nulla. 
La narrazione è per lo più questa, ma per fortuna c’è una contro narrazione. 
Il mio ringraziamento va soprattutto agli artefici di questa contro narrazione. A tutti gli imprenditori che hanno costruito oasi nel deserto, che hanno piantato semi in terreni giudicati aridi e che sono andati avanti quando tutti gli dicevano di mollare. A chi se n’è andato, ma non ha mai smesso di raccontare la Calabria, elevandola. Grazie!

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di Maria Margherita Sciarrone
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