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Franco Arminio - i viaggi dell'anima
Civita e i viaggi dell’anima

Civita e i viaggi dell’anima

Novembre 7, 2018 Mariarita Sciarrone

Avete mai sentito parlare dei viaggi dell’anima? Sicuramente sì. Protagonisti sono quei luoghi che ti mettono di fronte te stesso. Sono viaggi coraggiosi e li puoi fare solo in alcune destinazioni lontane dai circuiti turistici, dove puoi sentire davvero il suono della tua voce, imparare a conoscere i tuoi passi, chiudere a chiave i rumori del mondo esterno ed entrare in contatto con l’altro. L’ho ribattezzato così il mio ultimo weekend a Civita: un viaggio dell’anima.

Blogtour Civita nel cuore

Lo scorso ottobre sono stata ospite di un blogtour, organizzato da Borgo Slow, progetto ambizioso con l’obiettivo di connettere i piccoli borghi a nuovi modelli di ospitalità diffusa.

Un blogtour per ripartire e per far conoscere la vera essenza di questo luogo, grazie al contributo dei piccoli imprenditori del borgo.

Assieme ad 11 blogger ho trascorso due giorni alla scoperta delle 7 meraviglie di Civita.

Cosa vedere a Civita – i viaggi dell’anima

Arrivata in questo borgo di meno di mille abitanti ai piedi del Parco Nazionale del Pollino e ai confini della Calabria, mi sono stupita del silenzio. Ma non quel silenzio tipico dei borghi abbandonati e senza vita. A Civita regna un silenzio quasi rispettoso del luogo, della montagna che qui è protagonista assoluta, delle strade strette e in salita che si arrampicano fino al centro storico.

Silenzio che quasi subito si trasforma in braccia che ti accolgono, mani che ti stringono e voci che ti invitano a fermarti. Sono gli abitanti di Civita, per nulla schivi, ma socievoli e desiderosi di aprire le proprie case.

 

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Se c’è una cosa che mi ha colpito di #Civita è la fierezza dei suoi abitanti. Quella fierezza tipica di chi è orgoglioso della propria storia e delle proprie tradizioni. Se vai a Civita, devi fermarti a conoscere la sua gente. Gli abitanti di Civita vogliono parlarti, vogliono essere ascoltati. Come Zio Antonio, felice di essere fotografato e stabilire un contatto con l’altro, il forestiero. Perciò quando arrivi qui, ricordati di alzare la testa, di non andare di corsa. Piuttosto rallenta!Soffermati sui loro sguardi, anche se non li hai mai incrociati prima. Civita insegna il significato più profondo dell’accoglienza. Qui si pratica la filoxenia, le porte hanno ancora le chiavi nella toppa e si respira il senso di una comunità con le braccia sempre spalancate. #civitanelcuore #borgoslow #igerscosenza #peopleareawesome #accoglienza #viaggiasud #lostretto__indispensabile #igerscalabria #turismolento #blogtour #educationaltour #southofitaly #italianaculture #gentedicalabria #igerspollino #experientialtravel #calabridavivere #enjoycalabria #discovercalabria #direzionecalabria #calabriastyle #bestcalabriapics #southitaly #versosud #amepiaceilsud #mediterraneo #calabria_illife #calabria_da_sogno #autunnoincalabria

Un post condiviso da Mary Sciarrone 👉 viaggiAsud (@lostretto__indispensabile) in data: Ott 15, 2018 at 8:08 PDT

Le Case Kodra e i comignoli di Civita

Qui a Civita parlano tanto, con gli occhi e con il cuore. Persino le case. Tra le prime cose da fare appena arrivati, è andare a scovare le Case Kodra. Ce ne sono circa sei a Civita, una di queste è diventata Casa Museo, nel Rione Sant’Antonio. Ma cosa sono le case Kodra? Sono vere e proprie case parlanti, con tanto di occhi, naso e bocca. Il nome lo si deve Ibrahim Kodra, pittore post-cubista albanese che visitò Civita negli anni ‘90.

Vi stupirete nel trovare finestrelle che diventano occhi spalancati sul mondo, canne fumarie che rappresentano il respiro e quindi il naso, porte che danno l’idea di bocche ora serrate, ora colme di stupore.

Sui tetti di ogni Casa Kodra e non solo, c’è inoltre un cappello, meglio noto come comignolo. È la seconda meraviglia di Civita. I comignoli raccontano molto della storia dei civitesi. Raccontano, in primo luogo, lo status sociale di una famiglia. Ci sono, infatti, i comignoli più elaborati, che stanno a significare la presenza di una famiglia nobile e i comignoli più semplici, appartenenti ai contadini. In secondo luogo, questi comignoli avevano la funzione di allontanare gli spiriti maligni.

weekend dell'anima

Il belvedere di Civita

Lasciati i comignoli, la terza meraviglia da vedere è il Belvedere. Affacciarsi da qui è come ristabilire le proporzioni, constatare quanto siamo piccoli di fronte madre natura. Da qui si scorge la dorsale del Raganello, parte delle gole e il Ponte del Diavolo. E viene naturale voler riavvolgere il nastro e pigiare il tasto restart, prima di quel 20 agosto. Negli occhi di Stefania, Project Manager di BorgoSlow, leggo il dolore, misto a voglia di riscatto. Quello che è successo a Civita lo scorso agosto, ha lasciato un segno in tutti gli abitanti. Un borgo intero che in silenzio si è rimboccato le maniche e ha ripreso a costruire, sebbene non ci fossero segni evidenti di distruzione, sebbene sembrasse tutto al suo posto. Ma le ferite dell’anima sanno essere più profonde.

Il ponte del diavolo

Dal Belvedere c’è un sentiero che conduce all’estrema dorsale del Raganello e al Ponte del Diavolo. Tra scatti e momenti di riflessione, ci siamo immersi nei racconti Stefania, guida eccellente di questi due giorni e profonda conoscitrice del territorio.

Sono tante le storie legate alla “Timpa del Diavolo”. Una leggenda narra, ad esempio, che un proprietario terriero chiese al diavolo di costruire un ponte sul torrente. In cambio il diavolo avrebbe potuto prendere con sé l’anima della prima persona che avesse attraversato il ponte. Durante una notte tempestosa il diavolo costruì 36 metri di ponte e si preparò ad accogliere la prima vittima, ma il proprietario terriero fece attraversare il ponte ad una pecora e una capra. Il diavolo tentò invano di distruggere il ponte e non riuscendovi, sprofondò per l’ira negli abissi.

La dorsale del Raganello

Dal belvedere si inizia il percorso verso l’estrema dorsale del Raganello. Una delle meraviglie dei nostri due giorni a Civita sono state le lunghe camminate. Qui si cammina molto, un cammino faticoso, ma lento, fatto di lunghe pause. Per affrontare alcuni percorsi serve concentrazione, occhi ben puntati sul terreno, un abbigliamento adatto, guide esperte e prudenza.

Lungo questo sentiero imperdibile la sosta al sito Mater Chiesa. Un luogo mistico, dove pare ci fosse l’insediamento di un antico luogo di preghiera e contemplazione. La sacralità di questo luogo è ben rappresentata dagli ulivi secolari che crescono in questo pezzo di terra. Da qui si gode di una vista fiabesca.

Civita - weekend dell'anima

La camminata sull’estrema dorsale del Raganello mi ha fatto comprendere ulteriormente la bellezza della fatica, il legame intrinseco che abbiamo con la natura e la consapevolezza che arriva un momento in cui dobbiamo fermarci e tornare indietro.

Ho affrontato parte di questo percorso al sesto mese di gravidanza. Ero serena e fiduciosa, consapevole che non mi sarei spinta fino alla fine, ma fosse stato anche solo per un chilometro, sapevo ne sarebbe valsa la pena. Non sono arrivata fino alla cima della nostra arrampicata sull’estrema dorsale del Raganello, ma la sensazione di pace e libertà che ho respirato lassù viaggia ancora con me.

La cultura Arbëresh

Un’altra meraviglia di Civita è il suo folclore. Qui convive, infatti, una minoranza linguistica, conosciuta come Arbresh. Civita è stata fondata nel 1476 dagli albanesi e i valori di questa cultura sono stati tramandati fino ad oggi.

L’ospitalità, la fedeltà, la fratellanza, sono tutti valori di cui questo borgo è portatore. Il senso di appartenenza a questa comunità qui è molto forte. L’Arbëresh viene insegnato ancora oggi nelle scuole, lo si parla in casa e le tradizioni di questa cultura vengono tramandati di generazione in generazione. Viene naturale fare un paragone con un’altra minoranza linguistica calabrese, il greco di Calabria. Da un lato vi è l’orgoglio dei parlanti arbëresh, dall’altro il rifiuto del greco di Calabria da parte dei parlanti greko negli anni ’50. In mezzo c’è un processo di rivitalizzazione di entrambe le lingue da parte delle nuove generazioni.

Dove mangiare a Civita – i viaggi dell’anima

A Civita si cammina tanto, dicevamo. Cibo genuino e un buon bicchiere di vino aiutano a recuperare le energie. Sono stati diversi i nostri momenti di ristoro. Il primo con le mandorle dell’azienda Carlomagno, preparate nei modi più disparati. Mi sono sentita privilegiata perché la prima cosa che è stata offerta è stata la mia droga legale preferita: il latte di mandorla.

Un altro momento di ristoro lo abbiamo trascorso presso il ristorante enoteca Oste d’Arberia. La famiglia Nicoletti ci ha condotto in un viaggio autentico tra vini autoctoni e un menù degustazione a km0. Salumi, formaggi, verdure in pastella e innumerevoli delizie, sono state accompagnate dal Cervinago Rosso Calabria, vino prodotto dall’Azienda Agricola Cerchiaria. 

Civita Oste d'Arberia

Una cucina, quella proposta a Civita, che è un connubio tra la tradizione calabrese e quella Arbëresh. Come la pasta. Due sono le tipologie di pasta che ci ha presentato Anna Stratigò, ambasciatrice d’Arberia, in un laboratorio partecipato: striglia (Stridhëlat), dromsa (Dromësat).

La prima è un tipo di pasta che assomiglia ad un gomitolo di lana. Si realizza con pazienza, al punto che un tempo la donna si misurava dal saper fare la striglia o meno, in quanto lavorare quest’impasto richiede una certa abilità, facendo in modo che non si spezzi.

Il secondo tipo di pasta è meglio nota come la pasta dei poveri. La sua preparazione è un vero e proprio rito in cui la farina viene battezzata da un rametto di origano gocciolante d’acqua. In questo modo si formano grumi di pasta, dromsat, che poi vengono cucinati con i legumi o al sugo.

Entrambe le specialità le abbiamo gustate all’interno dell’ultimo ristornate che ci ha ospitato, l’Antico Ulivo. In  un misto di sapori semplici e decisi.

viaggi dell'anima

Dove dormire a Civita – i viaggi dell’anima

Quando il mio compagno di viaggio mi ha comunicato il b&b in cui avrei alloggiato, sono andata a sbirciare su Internet e sono rimasta folgorata dalla descrizione.

“Sei a La Magara, l’unico Bed and Breakfast a Civita situato in pieno centro storico. Sei in un luogo privilegiato sul mondo e sulla memoria. In alto, al di sopra di tutto.
In ogni stanza una loggetta, una finestra. Lo sguardo può danzare: fermarsi in basso sul ponte del diavolo, più in lontananza riempirsi di mare, girarsi di lato e arricchirsi delle verdi e rigogliose piante della Lacxa. Da lì, l’incontro con il vento ti toglie il respiro. È magico, porta con sé tante storie, tanti segreti, sussurri. Sei nel silenzio ma non sei solo. Lo scandire del tempo accompagna il tuo viaggio.” 

Ancora prima di arrivare, ho capito che quello sarebbe stato il posto perfetto dove fermarmi. Stavo viaggiando sola, ma non del tutto. Assieme a me portavo una vita che presto si affaccerà al mondo. Il nostro primo viaggio in due.

 

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Sono convinta che niente accada per caso. A Civita ho inciampato su un segno dopo l’altro e lo so che non sono state coincidenze. Luoghi e volti che mi hanno consegnato memorie e segreti. Ho camminato tanto, ho ammirato la grandezza di madre natura e ancora una volta ho capito che il mio posto è qui, in questa terra. Mi avevano detto che ero stata una pazza a tornare. Probabilmente è davvero così, ma io qui respiro. Vivo. #civitanelcuore #blogtour #viaggiasud #igerscalabria

Un post condiviso da Mary Sciarrone 👉 viaggiAsud (@lostretto__indispensabile) in data: Ott 19, 2018 at 7:43 PDT

Il B&B La Magara rispecchiava esattamente la sua descrizione. Un luogo privilegiato, dove la cosa più naturale che ti viene da fare e fermarti. Ancora più accogliente è la padrona di casa del B&B. Antonella mi ha aperto le porte della Magara con la sua dolcezza, i suoi occhi trasparenti e sinceri e mille racconti di vita. Storie tra passato e presente e un vissuto che mi è sembrato ora dopo ora sempre più simile al mio. C’erano le partenze, i lunghi esili dal paese d’origine e i ritorni. Non si sa per quanto, forse solo fino a quando “Civita avrà bisogno di me“. La cosa più commuovente del B&B La Magara – e un po’ di tutte le strutture ricettive presenti a Civita – è l’amore verso questo territorio. Immenso e generoso.  In ognuna delle strutture ricettive presenti a Civita troverete prodotti tipici, senso di comunità, “il mondo intero in un piccolo villaggio” e tanto cuore.

viaggi dell'anima

Come quello di ‘Zi ‘Ntonio. il vostro viaggio dell’anima non può non concludersi con una sua stretta di mano, una sua pacca sulla spalla. Lui è la memoria di questo borgo, il custode delle tradizioni e i suo sguardo acciaccato ma fiero, vi restituirà la fotografia più bella di Civita.

Per scoprire tutti i racconti del blogtour, basta seguire l’hashtag #civitanelcuore su Instagram.

 

 

Mariarita Sciarrone
Mariarita Sciarrone

Giornalista, esperta di marketing territoriale e digital strategist. Sembrano tante qualifiche, ma sono tutte racchiuse in una professione.  In parole povere mi occupo di valorizzare aziende e territori. Lo faccio principalmente mettendo assieme strategia e parole. Hai bisogno di aiuto?  LAVORA CON ME


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✍🏼Scrivo contenuti e creo strategie digitali per aziende che hanno un’anima. 📍#Calabria e #suditalia lenti Nostalgica per vocazione 👉@secretcalabria

Mariarita Sciarrone | copywriter & digital strategist
Pensieri sparsi di maggio. Anche quest’anno ma Pensieri sparsi di maggio. 

Anche quest’anno maggio mi ha insegnato che per cento porte chiuse ce n’è una aperta. 
A maggio ho visto bellezza e rinascita.
Ho tirato un sospiro di sollievo, pur restando nella mia zona di vigile attesa. 
Ho fatto le analisi del sangue e atteso i risultati come si attende la notizia peggiore della vita. Sono fatta della stessa sostanza della mia ansia e anche se continuo a far credere che non è nulla, in realtà sono attraversata da almeno una paranoia o psicodramma al giorno. 

Ho letto un libro che non mi è piaciuto, ma continuo ad amarne l’autrice. 
Ho raggiunto un obiettivo che mi ero prefissata di raggiungere a dicembre, però dell’anno scorso. Mi do’ comunque una pacca sulle spalla per non aver mandato tutto all’aria. 

Ho avuto mal di testa un giorno sì e un giorno no, a volte due giorni sì e uno no. E quando non ho avuto mal di testa era perché non c’era scirocco.
Ho tenuto due corsi, preso 15 treni e altrettanti autobus e in questo mese mi sono resa conto più che mai che trascorrere tutti i giorni 8 ore davanti una scrivania, equivarrebbe per me a morte certa. Sono fatta per la poesia, la vita all’aria aperta, per lavorare all’ombra di un uliveto, con alle spalle un vigneto e un panino in faccia al mare. Possibilmente nei pressi du un faro. 

Il cambio stagione mi ha messa a dura prova, mentalmente e fisicamente. Ho acceso tutti i palo santo dell’Equador, ho meditato, fatto yoga, ingurgitato integratori, ascoltato podcast per la crescita personale e 
perfino fatto il primo bagno al mare. Mi rendo conto che è stata più una presa di posizione, ma ogni tanto serve.
Partire il ponte del primo maggio, anche quella è stata una presa di posizione e in quel caso non è servita. Però la Sicilia è sempre il mio secondo posto preferito. 

Ho rinunciato a fare una cosa cui tenevo moltissimo e ci ho fatto pace subito. Ricordo però ancora una rinuncia di 16 anni fa e maggio me lo ha ricordato. 

Mia figlia nel frattempo è cresciuta tantissimo, sono cresciute le sue domande, la sua curiosità, la sua allegria. 
 
Ciao, maggio. Grazie per avermi tenuta in piedi. 

#lostrettoindispensabile #adessoscrivo #pensieridaltreno #remotework
Se dovessi definire la parola mamma con un’espre Se dovessi definire la parola mamma con un’espressione, direi “prendersi cura”. 

Nel mio lungo percorso alla ricerca della maternità a darmi tormento era il peso delle aspettative, la paura di deludere le persone a me vicino, quella di non seguire un percorso stabilito. 
Non mi sono mai sentita incompleta e non ho mai creduto alle frasi per cui se non sei mamma vali metà o quelli che “la vita di una donna non ha senso se non diventi mamma.”
Questo non vuol dire che non lo desiderassi diventare mamma.
Tutt’altro. Solo che quando ho iniziato a desiderarlo davvero, ero già nella fase di una primipera attempata. Perché è così che veniamo definite dopo i 35 anni.

Sei arrivata quando lo hai deciso tu, in modo inaspettato, naturale e con te è finito il peso delle aspettative. 
Sei arrivata mentre ero impegnata a prendere un aereo e prenotarne un altro. 
Mente pianificavo un viaggio impegnativo che poi non ho più fatto, tu costruivi la tua strada.

Eri con me il giorno in cui ho aperto la partita iva e quello in cui mi hanno detto che non c’era una ragione specifica se non arrivavi. Succede. 
Ed eri sempre con me quando avevo detto che “ok, proviamo altre strade. Però tra qualche mese, non ora. Ora dobbiamo partire”. 

Eri con me mentre facevo progetti lontani anni luce da te. 
E ti sei presentata in un pigro pomeriggio di maggio, dopo un bagno al mare nella mia Scilla (ah, ho le prove che di sti tempi nel 2018 avevo già fatto più di un bagno) e aver mangiato un gelato che sapeva di tutto tranne che di gelato. E infatti non l’ho mangiato. 
Il resto è stato meraviglia continua e costante. Quattro anni che sono sembrati quaranta. 
Sei arrivata tu a sparigliare le carte mostrandomi infiniti modi per splendere. 
Se non fossi arrivata, avrei trovato altri modi per sentirmi mamma, prendendomi cura. Lo dico senza presunzione perché la mia Vita era già piena prima che tu ci fossi.
Ma oggi che sei qui con me, oggi che hai dato forma diversa a tutto il resto, mi chiedo come abbia fatto prima di te. 

Sei nata a gennaio, ma ogni anno celebro il giorno in cui sei arrivata davvero, mio splendido fiore di maggio. #lostrettoindispensabile #raccontatisempre #raccontiasud
📍Post da Salvare Posso dire che #Palermo sia u 📍Post da Salvare
Posso dire  che #Palermo sia una delle città più belle al mondo. Pure se il mondo non l’ho visitato tutto e mai lo visiterò. 
Lo ha detto la rivista Americana travel+Leisure classificandola tra le 25 città più belle del mondo. Ma noi lo sapevamo da prima. 

Questo reel non parla di Palermo ma dei suoi dintorni, che sono altrettanto meravigliosi.
👇
📍Bagheria, con le sue ville nobiliari come: Villa Cattolica, che oggi ospita il Museo Renato Guttuso, Villa Butera (U Palazzu), sede di rappresentanza del Comune con la Certosa sede del Museo del Giocattolo; Villa Palagonia, nota anche come “Villa dei Mostri” per le numerose sculture sui muri del parco.
📍Cefalù con l’elegante Corso Ruggero, gli scorci dei vicoli come vicolo Caracciolo, il Duomo di Cefalù, patrimonio Unesco, il Chiostro Canonicale, la chiesa del Purgatorio, la Spiaggia del Porto Vecchio e Porta Pescara, Il lavatoio Medievale.

📍 Castelbuono, con il Castello dei Ventimiglia e il Museo Civico, il Pitia Museum, museo d’arte contemporanea dedicato ai giovani artisti emergenti.
Qui nasce il famoso panettone di Fiasconaro, ma anche la provola delle madonie e la Manna, una resina ottenuta dal frassino e utilizzata in diverse preparazioni. 
A Castelbuono si celebra ad agosto l’Ypsigrock Festival, la più grande manifestazione di musica indie e alternative rock d’Italia. 
📍Santo Stefano di Camastra, la città della ceramiche siciliane che non sono solo all’interno dei negozi, ma decorano strade, parchi e ingressi delle case.
Da vedere: palazzo Trabia, che ospita il museo delle ceramiche, Viale delle Palme, Palazzo Armao. 
📍Castel di Tusa (e dintorni) con il percorso Fiumara d’Arte, nato da un’idea di Antonio Presti che, seguendo il percorso di un fiume che non scorre più (l’antico fiume Halesa), ha creato uno tra i più grandi parchi artistici d’Europa.
Tra le opera presenti in questo museo a cielo aperto: “Monumento per un poeta morto”, meglio nota come “La finestra sul mare”, nel comune di Reitano e il Labirinto d’Arianna”, a Castel di Lucio.

Questo itinerario nasce su consiglio della mia amica local @silviazammitti, inclusi luoghi in cui mangiare e dormire, che qui non ci sono 😅
Per alcune persone sono solo solo porte e muri col Per alcune persone sono solo solo porte e muri colorati, ma in questo borgo c’è molto di più.
👉 C’è rigenerazione 
👉 la forza di una comunità
👉 Visione e strategia 
👉 marketing territoriale 

Tutto quello che serve in una regione come la Calabria.
Borgo Croce si trova a Fiumara, paese di poco meno di 1.000 abitanti nella Città metropolitana di Reggio Calabria, meglio conosciuto perché è il paese che ha dato i natali a lo cantautore Mino Reitano. 

Fino a poco tempo fa si trattava di un luogo come tanti altri in Calabria, vittima dello spopolamento delle aree interne e destinato al declino.

Fino a quando i suoi abitanti non hanno deciso di cambiarne le sorti, partendo dalla realizzazione di un murales in una parete della piazza.

Da qui è iniziato il percorso di rigenerazione del territorio, guidato da Maria Grazia Chirico e tutti gli abitanti del borgo.

Il percorso non è terminato perché ci sono tanti progetti da realizzare ma è un luogo che merita di essere visitato e sostenuto. 

📍Come si arriva a Borgo Croce?

Sia che provenite da Nord che da Sud basta percorrere l’autostrada A2 e prendete l’uscita Campo Calabro. Proseguire lungo la zona industriale e seguire le indicazioni per Fiumara.
Comunque basta inserire 
🍝Ci sono punti di ristoro?
Sì c’è un’area ristoro gestita dall’associazione con posti a sedere all’aperto e dove poter consumare prodotti tipici locali

🧒👧Ci sono spazi dedicati ai bambini? Borgo Croce è un parco giochi all’aperto, pieno di colori, cartoni animati disegnati sulle pareti e mondi incantati da scoprire passeggiando lungo le vie del Borgo.

Quando andare? Questo è il momento ideale. Potete scegliere la mattina e fermarvi a pranzo o nel pomeriggio e proseguire con un aperitivo. Basta che terminiate mangiando 🥳 
Il prossimo 21 maggio ci sarà una passeggiata organizzata dagli amici di @igers.reggiocalabria proprio all’interno di questo Borgo. 

#lostrettoindispensabile #secretcalabria #dafareincalabria #calabriaconbambini #calabriastraordinaria #igersreggiocalabria #igerscalabria #wesanderson #calabrialenta #rigenerazioneurbana
{Si resta sempre figlie, nel cuore} Ogni tanto g {Si resta sempre figlie, nel
cuore} 

Ogni tanto guardo mia figlia, quando si accuccia dentro un mio abbraccio, quando il mio ventre diventa come per magia il suo posto consolatorio preferito.
Osservo la sua reazione ai limiti della meraviglia quando mi vede dopo soli due minuti in cui mi ero allontanata dal suo campo visivo, mi dispiaccio per la sua espressione corrucciata di fronte ad un mio sincero “non lo so”, in risposta alle sue domande sempre più difficili. E mi rendo conto che non è una cosa prevista, il mio non sapere non è contemplato nella sua mente. “Perché mamma, tu sai tutto”. E vorrei davvero dirle che invece non so nulla. Che ci sono tante cose che non so, tante cose cui non riesco a dare una risposta. Ma non dico nulla, perché non è questo il tempo.

So perfettamente che arriverà un giorno in cui calerà il sipario della perfezione su di me, in cui mi vedrà immersa nei miei difetti, impantanata nelle mie debolezze e si renderà conto di sapere molte più cose lei di me. 

Fino ad allora mi piace guardarla nella sua condizione di figlia e penso che sia una delle cose più rassicuranti al mondo. 
Sentirsi figli, intendo. 

Perché presto o tardi arriva quel momento in cui si deve fare i conti con il disonesto passaggio del testimone. Quello che da figli ti porta a diventare genitore dei tuoi stessi genitori.

La verità è che non si vorrebbe smettere di essere figli mai. E invece c’è un momento in cui devi consolare quando vorresti solo essere consolato,
accudire quando vorresti essere accudito,
abbracciare forte, quando l’unica cosa che vorresti fare è rannicchiarti nel ventre di tua mamma e lasciarti dondolare da una ninna nanna.
Arriva per tutti quel momento in cui si smette un po’ di essere figli.
E allora tocca chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dal vento. 

#raccontiasud #pensierisparsi #raccontatisempre #raccontatimeglio #madriefigli #igersicilia #villapatagonia #siciliabedda #sicilianelcuore #vitalenta
Non aspettate agosto per visitare #Scilla. So che Non aspettate agosto per visitare #Scilla.
So che non tutti possono farlo ma la #vitalenta qui è possibile solo il in questi mesi qui, da aprile a giugno. 
Quando volto quella curva, io respiro ♥️

#lostrettoindispensabile #scillarc #igersreggiocalabria #igerscalabria #calabriastraordinaria #undertourism #slowtourism #borghipiubelliditalia
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