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Una guida local di Palermo

Una guida local di Palermo

Marzo 1, 2022 Silvia Zammitti

Questa guida local di Palermo non ha la pretesa di stabilire classifiche e migliori, né di racchiudere tutto ciò che qui merita di essere visto e provato. È in continua evoluzione, come lo è chi scrive e la città. Prendeteli come i consigli di un’amica, per vivere la città non da turisti, ma da ver* cittadin*.

La mia guida local di Palermo non può che iniziare dalla cosa più importante: ‘u manciari.

L’ultimo vero street food palermitano

Non ha nome, nessun logo, né account su Instagram. Se incontrate un carretto, una lapa e una griglia fumante a bordo strada, lì fermatevi e assaggiate panelle, crocchè, sfincione, stigghiole, rascatura preparati come da vera tradizione palermitana.

Fanno eccezione alcuni posti dove andare mirati per gustare le specialità della casa: Chilluzzo a piazza Kalsa per il panino con lo sgombro e le verdure in pastella, Porta Carbone, alla Cala, per ‘u pani c’a meusa (il panino con la milza) e l’arancina del Bar Turistico, all’Acquasanta. Per smaltire il fritto, abbinate allo schiticchio una passeggiata digestiva vista mare.

L’aperitivo e il dopocena

Se vi trovate in centro dopo il lavoro o un giro di shopping, rilassatevi da Locale. In un ambiente colorato e informale a due passi dal Teatro Massimo, gusterete gli assaggi della tradizione che hanno il sapore di casa. Un consiglio per godervela in più: scegliete il divano vintage all’interno del cortile 😉

Per un buon bicchiere siciliano e cocktail fatti a regola d’arte, accompagnati da tapas con ottimi prodotti di stagione esaltati da accostamenti inediti nel dehors di Casa Macè. Per fare pubbliche relazioni, spostatevi nella nuova “zona dei locali” che si dipana fra le vie Daita e Isidoro La Lumia e armatevi di un mixology cocktail e tapas gourmet à la carte da Mazzini 30 o di un calice da Hìc, sapientemente consigliato dallo staff, insieme alla pazienza di trovare posto!

Il mare a cena

Se volete mangiare pesce a Palermo segnatevi questi posti:

  • Sardina Pasta Bar, zona Cala/Vucciria: pochi piatti, fuori menù sorprendenti e pesce esaltato con rispettose sperimentazioni;
  • la Pesceria: ricette della tradizione in un moderno bistrot marinaro dove la qualità dei piatti e la freschezza dei prodotti vi faranno tornare;
  • Molo Sant’Erasmo, perfetto sia per aperitivo che per cena, è uno dei pochi posti in città vista mare, dove gustare tapas e crudi, accompagnati da un bere selezionato.

Perdersi fra le opere di street art

Una chiave per guardare Palermo è camminare alla ricerca dei suoi murales. Da TV Boy a Igor Scalisi Palminteri, sono tanti gli street artist che hanno firmato con grandi opere pittoriche di sensibilizzazione e contrasto al degrado dei quartieri le mura di Ballarò, Borgo Vecchio, Kalsa, Piazza Marina, Cala, Sperone, Bandita, Sant’Erasmo e Danisinni.

L’arte come atto politico. Segno dei tempi, impronta di riqualificazione di luoghi e coscienza, anche a Palermo la street art è un nuovo modo di fare lotta dal basso, coinvolgendo le scuole, le comunità, i quartieri e le associazioni e riempiendo di colori e nuove possibilità gli sguardi e le vite dei cittadini.

quartiere Danisinni

Decomprimere, a pochi minuti dal centro

Se il caos della città inizia a starvi stretto, a meno di 15 minuti dalla città ci sono parecchie cose che potete fare.

Ben prima di arrivare nella più gettonata Mondello, godetevi due passi su una delle spiagge più suggestive, selvagge, belle e sottovalutate di tutta Palermo. Il luogo da scoprire è la borgata marinara di Vergine Maria. Sarà piacevole rimanere “incastrati” come Ficarra e Picone dentro l’antica tonnara Bordonaro, dalla cui finestra sul mare Luchino Visconti si affacciava durante il periodo di riprese del Gattopardo.

la borgata marinara di Vergine Maria

Mettete i piedi ammollo nel turchese della spiaggia piccola, dove Ferzan Özpetek ha ambientato la scena finale del film La Dea Fortuna, prima di camminare a distesa verso la spiaggia grande e rifocillarvi poi con un gelato fuori stagione nella migliore gelateria della città (La Vela).

Salite al santuario di Santa Rosalia anche se non è il 15 luglio né il 4 settembre. Sono questi, infatti, i giorni in cui – in occasione del festino e dell’acchianata – i palermitani vi si recano per rendere omaggio alla loro santuzza, Rosalia Sinibaldi, patrona di Palermo. A piedi, in bici, in bus o in auto, si arriva agevolmente su strada asfaltata da Mondello o da via Pietro Bonanno.

Consiglio di andarci in un giorno qualunque, per godervi il silenzio, la vista panoramica dal “più bel promontorio del mondo” per dirla con Goethe. Per chi vuole, può raccogliersi in preghiera dentro la grotta, prima di dedicarsi ad una rigenerante passeggiata. Scegliete uno dei sentieri della Riserva Naturale di Monte Pellegrino, che in primavera vi farà sentire come dentro a un quadro di Mary Poppins. 

Palermo vista dall’alto

Per godere di una vista panoramica sui tetti della città vi consiglio di salire fino al ballatoio di Palazzo Butera, dopo averlo visitato tutto perché la sua recente riqualificazione ad opera di Massimo Valsecchi merita. Inerpicatevi senza timore sugli alti gradini che portano alla cupola della chiesa del Santissimo Salvatore ai Quattro Canti e alla Torre di San Nicolò, all’Albergheria. Fate un giro completo su voi stess* , tirate il fiato e avrete davanti a voi tutta Palermo, bellissima a perdita d’occhio dalla montagna al mare.

Vista da Palazzo Butera su Porta Felice e Foro Italico

Rivivere il Gattopardo

Per capire Palermo non si può non far visita alle dimore storiche e ai palazzi nobiliari che popolano la città e ne custodiscono l’anima antica. Ce ne sono moltissimi, direi di cominciare da qui:

  • Palazzo Alliata di Villafranca, i cui balconi a petto d’oca della monumentale facciata si stagliano maestosi e decadenti sulla piazza Bologni;
  • Palazzo Conte Federico, abitato ancora oggi dai suoi proprietari, è un esempio di coesistenza simultanea di epoche diverse;
  • vi innamorerete degli arredi di Palazzo Mirto, a Piazza Marina, e rimarrete a bocca aperta aggirandovi attoniti nei saloni di Palazzo Gangi di Valguarnera, tra le piazze Croce dei Vespri e Sant’Anna, dove fu girata la famosa scena del ballo ne Il Gattopardo.
    Questa visita esclusiva (solo su prenotazione, solo in alcuni periodi dell’anno) è un concentrato di sicilianità nella sua espressione più alta, elegante e nobile e ha un valore inestimabile che ricorderete per sempre.

Shop local

La guida local di Palermo passa anche dallo shopping. Se volete portare con voi un pezzo dell’originalità locale, in centro storico trovate le botteghe artigiane di molti creativi siciliani. Tra Via Alessandro Paternostro e via Alloro, in zona piazza Marina, ci sono le illustrazioni di Ideestortepaper, dove animali e piante fantastiche colorano favole e mappe della città, per la gioia di bambini di ogni età e i taccuini numerati di Fuori Formato: perché anche gli scarabocchi personali possono diventare pezzi unici. Proseguendo verso via Roma e il Teatro Massimo, potrete ammirare i gioielli di ispirazione botanica lavorati a mano in lamina di metallo nella bottega di Desadorna.

Lo shopping continua sul web con le suggestioni e atmosfere sospese nelle fotografie di Luca Savettiere e con la musica indie del cantautorato palermitano di Dimartino (senza Colapesce), delle sonorità mediterranee e folk di Fabrizio Cammarata, con le canzoni in dialetto stretto stretto, e traduzione a margine, di Alessio Bondì.

E se volete davvero capire Palermo e soprattutto i palermitani, andate da Modus Vivendi, storica libreria indipendente nell’elegante via Libertà. Libro suggerito? “Palermo è una cipolla” di Roberto Alajmo (editori Laterza). Avrete fra le mani una piccola e irriverente Bibbia di palermitanità, che all’occorrenza potete usare anche come guida per girare i quartieri della città.

Un film al Rouge et Noir

Se una sera vi viene voglia di andare al cinema, immergetevi nell’atmosfera retrò di questa sala storica dei primi del Novecento. Al Rouge et Noir non troverete pellicole mainstream, ma film selezionati fra le migliori critiche, cult, vecchi cineclub, anteprime, documentari d’autore e rassegne. Piccola chicca: per raggiungerla, passerete davanti allo spettacolo del Teatro Massimo illuminato.

Teatro Massimo di Palermo

Regalatevi un giro guidato “alternativo”

Che siate oriundi o di passaggio, la cosa migliore per conoscere e amare Palermo è regalarvi un tour guidato “alternativo”. Non il classico giro turistico dei monumenti e chiese più importanti – che comunque, col vostro tempo andranno visti – ma un modo per vivere da dentro la città a partire dalle sue storie, intimamente connesse ai luoghi.

Scegliete un tema o la zona della città che volete ri-scoprire e lasciatevi coinvolgere dalle passeggiate a cielo aperto con Palermo Guide Tour, Guidamica e Alternative Tours. Per le scoperte naturalistiche c’è il turismo etico di Palmanana. Lasciatevi raccontare da Tacus Arte misteri e personaggi letterari che tutt’ora sembrano animare la città. Fatevi accompagnare da Terradamare dentro le Stanze al genio, a Ballarò, a Casa Florio Ai Quattro Pizzi o a Villa Virginia.

Palermo è da scoprire anche con i bambini! Lasciate che Ziz Tourguide faccia loro vivere l’avventura di essere protagonisti di una fiaba ambientata a Palermo, come quella ispirata al Gatto con gli Stivali della Vucciria (edizioni Ideestortepaper).

Ad ottobre non perdete assolutamente Le Vie dei Tesori, diventato negli anni il festival della città. L’appuntamento ideale per godere pienamente delle bellezze ed esperienze che Palermo può offrire.


se questa guida ti è piaciuta o se hai altri consigli dicci che ne pensi!


Silvia Zammitti
Silvia Zammitti

ciao sono Silvia!

Palermo è la mia città, mi piace scoprirla e scriverne. Amo viaggiare, lo yoga, il mare, la scrittura e la tranquillità.

Mi occupo di comunicazione istituzionale, social e consulenza per sviluppare il personal brand di professionisti e business locali.

Sono “Un poco curiosa”


cibo a sud, viaggi a sud
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2 thoughts on “Una guida local di Palermo”

  1. Alessandra ha detto:
    Maggio 7, 2022 alle 7:10 am

    Ogni turista dovrebbe seguire i tuoi consigli per innamorarsi perdutamente della nostra città!

    Rispondi
    1. Silvia Zammitti ha detto:
      Maggio 7, 2022 alle 7:26 pm

      <3 grazie che bello!

      Rispondi

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✍🏼Scrivo contenuti e creo strategie digitali per aziende che hanno un’anima. 📍#Calabria e #suditalia lenti Nostalgica per vocazione 👉@secretcalabria

La settimana più lunga dell’anno sta per volger La settimana più lunga dell’anno sta per volgere al termine e sono successe così tante cose che ho pensato di metterne alcune qui, nero su bianco. Sono state molte più di 10 in realtà, non tutte belle, ma ho imparato che finché siamo qui a parlarne va bene così.
Un breve riassunto qui:
1. Sono andata a raccogliere arance e clementine. Un rito, una tradizione, una preghiera e un ringraziamento che si compie ogni anno, poco prima di Natale. Ci vado con papà, nel terreno che acquistò nonno moltissimi anni fa. Quando vengo qui mi sento di celebrare la sua memoria nel modo più sensato, sporcandomi le mani di terra, passando del tempo con mio papà, suo compare, mia mamma. Una giornata semplice, ma di una ricchezza inestimabile. 
2. Abbiamo rinnovato la sua stanzetta, un po’ più sua e un po’ meno mia. Un angolino per me l’ho comunque tenuto e parla di Calabria. 
3. Con Annalisa de @agriturismoalanterna siamo  stati a vedere in anteprima Semidei, il film di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta. Delicato, profondo, una cosa di cui essere orgogliosi.
4. Poco dopo siamo finiti in ospedale, ma siamo state molto coraggiose. C’è da dire che in ospedale questa settimana ci siamo finiti 4 volte, ma siamo tornati tutti interi. E mi sembra un buon traguardo. 
5. La recita per fortuna non ce la siamo persa. La sua ultima recita della scuola dell’infanzia. Stranamente non ho pianto, ma mi sono sentita felice, per davvero.
6. Abbiamo aspettato e accolto il ritorno di amici e famiglie che ci siamo scelti ed ho capito che la lontananza non può scalfire alcun affetto se questo è autentico davvero
7. La mia faccia nel frattempo è stata più o meno questa. Poche ore di sonno, una serie di to do list da spuntare e neanche il tempo di andare dal parrucchiere. Però ho imparato a fare le onde.
8. Quest’anno ho voluto ringraziare alcune persone e l’ho voluto fare con qualcosa di mio e di personalizzato. 
9. Nel frattempo mi è arrivata la comunicazione di avvenuta registrazione del Marchio. Una cosa che avrei dovuto molto tempo fa ma l’ho fatta solo pochi mesi fa.
10. L’unica ragione per cui amo il Natale è perché con alcune persone riusciamo a stringerci di più. 

Buona vigilia ♥️
Novembre è sempre stato il mio mese, ma quest’a Novembre è sempre stato il mio mese, ma quest’anno l’ho lasciato andare senza troppi clamori. 
Per anni ho fatto festa laddove non era contemplata, ho acquistato biglietti aerei nel mese che “dove vai che piove ovunque” e trascorso ogni anno in una capitale europea diversa.
Poi capita che la voglia di festeggiare sprofondi nelle pieghe del quotidiano, fino a nascondersi. E questo novembre è andata un po’ così. 
Nonostante tutto, le foto scattate a novembre mi hanno fatto pensare che ci sono stati più di dieci momenti felici e lo so per certo, perché ho fatto fatica a scegliere dieci foto. Eccole comunque qui, a ricordarmi che: 
1. Anche questo novembre abbiamo celebrato il vino e ho avuto il privilegio di farlo in una giornata di autunno rubata all’estate;
2. Abbiamo poi festeggiato il tuo nome, che più lo pronuncio e piu mi rendo conto quanto ti calzi a pennello e speriamo solo che da grande tu non faccia come me, che non perdo mai occasione per rinfacciare ai miei i casini che hanno combinato col mio di nome; 
3. Anche a novembre sono stata letteralmente stracciata a Burraco da mio papà e mi sono ricordata che le nostre giocate a carte sono tra i ricordi più belli di tutta la mia vita, perché per noi le carte sono sempre state una filosofia di vita e perché dal gioco alle carte ho tratto uno degli insegnamenti che mi ha trasmesso mio papà: se vuoi conoscere davvero una persona devi metterla ad un tavolo da gioco. Ci avete mai fatto caso? 
4. A novembre abbiamo messo i pattini ai piedi e ci siamo iscritte a pattinaggio. In realtà io ti ho solto guardata, ma ogni volta che tu sorridi o impari una cosa nuova, io mi rendo conto di cosa voglia dire amare incondizionatamente un’altra persona: essere felici per lei più di lei; 
5. Foto molto dump, ma mi ricorda quel giorno che ho avuto il privilegio di parlare ai ragazzi del mio paese delle alternative possibili che ci sono prima di lasciare il luogo in cui si è nati per scegliere l’altrove. Ho provato a dirgli quello che avrei voluto dicessero a me alla loro età. Magari me ne sarei andata ugualmente, magari no. Nessuno ha provato a fermarmi, quindi non lo sapremo mai. 
{continua nei commenti}
Nella mia vita non sono scesa in piazza molte volt Nella mia vita non sono scesa in piazza molte volte, non posso considerarmi un’attivista, seppur cerchi, come posso, di fare divulgazione e sensibilizzare su alcuni temi.
Credo però nelle rivoluzioni dal basso, ma soprattutto sono convinta che ognuno debba manifestare come può. 
Credo senza dubbio che ci siano persone che hanno più consapevolezza di quanta ne abbia oggi io.
Di sicuro ho sempre ammirato e sostenuto chi scende in piazza, chi scende in piazza sempre. Non solo per rivendicare i propri diritti, ma soprattutto quelli delle altre persone. So perfettamente che se dovessimo lottare per tutte le ingiustizie, dovremmo scendere in piazza ogni giorno. Eppure, ci sono persone che lo fanno, accomunate da una responsabilità collettiva. 
Ieri, in piazza, a Messina, c’erano persone di ogni età. Nonne, mamme, ragazze, ma anche molti uomini, che sono scesi in piazza per le donne e con le donne. Perché le cose si possono cambiare solo insieme. Ed io mi sono più volte commossa. 

Non sono scesa in piazza molte volte, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. 
Perché domani, quando mia figlia mi chiederà “ma tu dov’eri?”, voglio poterle dire che anche io ho fatto la mia piccola, infinitesimale, parte. 
Per i diritti di tutte le donne e per costruire una società migliore di questa. 
Voglio poterle dire che lei finalmente potrà sentirsi libera e non semplicemente coraggiosa. 
Chè io la violenza vera non l’ho mai conosciuta, ma ne ho vista tanta altra, fatta di mainsplaining quando ancora non sapevo neanche dargli un nome, di antimeridionalismo, quella violenza anche solo immaginata, fatta della paura di tornare a casa da sola la sera, quando vivevo nelle grandi città, di dover abbassare la testa e accelerare il passo quando mi trovavo in strade poco frequentate, di parole inopportune, inadeguate, svilenti.
Ed è proprio dalle parole che partirò. Perché è con le parole che lavoro ogni giorno e perché voglio credere che se da oggi iniziamo a prevenire la violenza verbale, forse elimineremo anche quella fisica. 
#nonunadimeno #nonunadimenomessina #25novembre
Vi racconto che cosa si può fare con questo frutt Vi racconto che cosa si può fare con questo frutto qui che è il bergamotto di Reggio Calabria, il re degli agrumi. Venite con me. 
Ho scoperto tutti i segreti del Bergamotto di Reggio Calabria durante Bergarè, importante evento di promozione e valorizzazione di questo agrume prezioso.

#bergare #bergamottodireggiocalabria #bergamotto #eccellenzecalabresi
Del #bergamotto di Reggio Calabria pensavo di cono Del #bergamotto di Reggio Calabria pensavo di conoscere tutto. 
Non sapevo, invece, che esistono tre varietà diverse in base alla zona di produzione e che da queste varietà di frutto si possono estrarre essenze diverse. Più amare se provenienti dal Bergamotto di Reggio Calabria Centrale, più fruttate mano mano che ci avviciniamo alla fascia Jonica orientale. 
Ho imparato quanto sia importante il riconoscimento della DOP anche per il frutto fresco e non solo per l’olio essenziale. 
Basti pensare che François Demachy, il naso di Dior, ha scelto per le sue creazioni il Bergamotto San Carlo (il nome indica il luogo di coltivazione del bergamotto) e il raccolto annuale di quell’area viene riservato in esclusiva alla Maison Dior. E mi è venuto da pensare una cosa su cui rifletto spesso: ci sentiamo più belli quando sono gli altri a raccontarcelo. 
Grazie all’evento Bergarè siamo stati noi reggini, noi calabresi, a poter raccontare quanto di più prezioso identifica il territorio di Reggio Calabria, perché finalmente non ce la siamo raccontati da soli, ma abbiamo parlato all’Italia e al mondo. 
C’è bisogno di parlarne ancora del bergamotto di Reggio Calabria? Sì, perché ancora oggi si fa confusione su diversi aspetti. C’è bisogno di parlare della sua identità territoriale, di mostrarne la sua forma che non è quella che le aziende acquistano su istock, o che appare sui principali motori di ricerca, di raccontarne i suoi utilizzi, dal bergamotto buono da bere, al bergamotto che fa bene alla salute.
Abbiamo una grande responsabilità, non solo noi che facciamo comunicazione, ma i calabresi tutti.

Serve acquisire maggiore consapevolezza, essere curiosi, informarci, altrimenti poi non ha molto senso arrabbiarci se ci raccontano come non siamo. 
Mi dovrete sopportare ancora, perché ho diverse cose da dire e ringraziamenti da fare. Nel frattempo un assaggio di questi giorni.

#bergare #bergamotto #bergamottodireggiocalabria
Questa è una storia di fatica. Lo capisci osserva Questa è una storia di fatica. Lo capisci osservando le mani di Vincenzo, ma soprattutto è lui a dirtelo. 
Vincenzo Amodeo ha iniziato ad estrarre l’essenza di bergamotto a 13 anni, perché così faceva suo padre, suo nonno e il suo bisnonno. Vincenzo non ha fatto di questa arte il suo lavoro principale, ma oggi è considerato l’ultimo artigiano rimasto a saper estrarre a mano l’essenza di bergamotto.

“Spero di poterlo fare ancora a lungo, ma dopo di me non ci sarà nessuno ad estrarre l’essenza a mano con il metodo a spugna”. 

Vincenzo non ha avuto figli e i suoi nipoti hanno preso altre strade. Un’eredità preziosa che andrà perduta.
Le mani non possono fare quello che oggi fa una macchina. Ma noi siamo  fortunati ugualmente, perché abbiamo il privilegio di vedere tutto questo, di conoscere delle storie che rischiano di andare perse ma che possono continuare a vivere attraverso  i racconti.
Possiamo raccontare a voi tutto quello che abbiamo appreso e stiamo apprendendo sul bergamotto e voi potrete raccontarlo ad altre persone. 
La storia di un territorio, la sua valorizzazione passa anche da qui, dalle sue risorse e dal modo in cui scegliamo di divulgarle.
Più siamo a conoscere queste risorse e la loro importanza, più un territorio viene valorizzato. 
Perché la verità è che spesso è chi vive il territorio che ne conosce meno la sua storia.
E noi vogliamo contribuire a cambiare questa tendenza. 
Fino a domani potrete partecipare agli eventi Bergarè a Reggio Calabria al Castello Aragonese.
Il racconto continua nelle stories. 

#bergare #bergamotto #bergamottodireggiocalabria
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