Skip to content
Lo stretto indispensabile
  • Home
  • Chi sono
  • Consulenza di comunicazione
  • Lavora con me
    • Copywriting
    • Raccontati meglio
    • Social media strategy
    • Marketing Turistico
  • Facciamo due chiacchiere
  • Blog
  • Search Icon

Lo stretto indispensabile

Comunicazione & Marketing

Panorama visto dal belvedere Tre croci Sant'Elia
Trekking in Calabria: il sentiero del Tracciolino

Trekking in Calabria: il sentiero del Tracciolino

Marzo 18, 2021 Mariarita Sciarrone

Sentieri ancora poco battuti ed escursioni in luoghi di una bellezza amena. Il trekking in Calabria è uno scrigno pieno di sorprese, con tanti itinerari da percorrere. In questo post vi porto alla scoperta del Sentiero del Tracciolino, in provincia di Reggio Calabria. Indossate le scarpe e venite con me!

Camminare e trascorrere del tempo all’aria aperta è una delle più belle cose che ci ha restituito questa pandemia. E tutto sommato è una dolce consolazione perché ci ha concesso l’occasione di riconnetterci con noi stessi e con la natura che ci ci circonda. Sono tante le persone cui è venuta voglia di mettersi in cammino. Io sono una di queste e tra una zona rossa e l’altra ho camminato tanto. Vi racconto la mia esperienza.

Il Sentiero del Tracciolino è uno di quegli itinerari per chi ha voglia di fare treeking in Calabria senza rinunciare al mare. Uno straordinario percorso che costeggia il Mar Tirreno, ai piedi del monte Sant’Elia. Denominato anche sentiero azzurro, è tra i percorsi più panoramici della Calabria.

Percorrendo il sentiero potrete volgere lo sguardo fino alle Isole Eolie, con protagonista il vulcano di Stromboli. Alle vostre spalle il profilo della Costa Viola che prosegue fino a lasciare spazio a parte della Costa degli Dei. Di fronte a voi le città di Bagnara, Scilla, Cannitello – frazione di Villa San Giovanni – e la Sicilia.

Attraversare questo tratto di costa vuol dire inebriarsi di profumi, respirare l’aria del mare, mischiata ai sentori della terra.

Sentiero del Tracciolino: da dove si parte

Il sentiero del Tracciolino è un percorso ad anello, in cui i quattro elementi naturali si alternano per tutto il tempo. Il viaggio a piedi parte da Palmi, precisamente dal Monte S. Elia, dove si trovano le tre croci bianche, emblema di questo luogo e monumento in ricordo del Monte Calvario dove Gesù fu crocifisso. 

La leggenda racconta che proprio qui il diavolo venne a disturbare Sant’Elia, mentre era intento a costruire il monastero sul monte. Il Santo non si lasciò corrompere e scacciò così violentemente il diavolo, da farlo arrivare fino a dove oggi sorge Stromboli. Sempre secondo la leggenda l’isola vulcanica fu creata a seguito dell’impatto del diavolo con il mare e ancora oggi continua a fumare dalla rabbia verso il santo.

Trekking in Calabria: le suggestioni del Sentiero del Tracciolino

Percorrere questo sentiero è davvero emozionante, in un momento storico e difficile come quello che stiamo attraversando, è sicuramente un privilegio.

Una volta terminata la discesa dalle Tre Croci, inizia il sentiero del Tracciolino, un percorso in cui vi sentirete come sospesi tra cielo e mare. Il percorso non è sempre protetto da staccionate, per cui occorre fare attenzione e non distrarsi, ma ogni metro percorso regala suggestioni infinite. Tutto quello che occorre fare è tenere i piedi ben piantati a terra e lasciare andare gambe e mente. In mezzo, attimi di preziosa semplicità. Cosa vi ritroverete a fare? Ammirate il vulcano Stromboli, sedetevi ad ascoltare la leggenda del Monte di Sant’Elia, lasciatevi inebriare dal profumo di ginestra, ascoltate i suoni della natura; se la giornata sarà nitida vi perderete nell’orizzonte, senza capire dove finisce il mare e inizia il cielo. Trovate un posticino in mezzo al verde dove consumare il pranzo e condividetelo con i nostri compagni di viaggio.

E poi rimanete seduti ad ascoltare il silenzio.
Sorseggiate un caffè affacciati sull’immensità, volgete lo sguardo in una delle tante calette accessibili solo dal mare (come Cala Leone), ammirate i terrazzamenti della Costa Viola e ricordate che qui a fatica, si pratica ancora la viticoltura eroica. Chiacchierate della bellezza, ma anche della miseria di questa terra, di quanto poco viene fatto e di quanto poco basterebbe per far diventare tutto il niente. Che poi niente non è affatto.

Ho percorso questo sentiero l’ultimo giorno di zona gialla della Calabria, prima che tornassimo in zona arancione, ed ho pensato a tutte le volte che ci siamo trovati a dire: “un ultimo sforzo e finisce tutto“, “torneremo a viaggiare, ad abbracciarci, a respirare la natura senza dover indossare una mascherina“. E poi non è finito nulla e siamo tornati al punto di partenza. Quel giorno però ho premuto il tasto stop ed ho percorso più di 17.000 passi in circa sei ore, 8km di strada in uno stato di profondo benessere.

Domande frequenti sul Sentiero del Tracciolino

Come posso partecipare ad escursioni di questo tipo?

Il trekking in Calabria è praticato da diversi gruppi escursionistici. Io mi sono affidata a Passi Narranti, progetto di valorizzazione e promozione dell’Aspromonte, guidato da Noemi Evoli e Andrea Ciulla, guide ufficiali del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Per conoscere le loro attività e partecipare alle prossima escursioni, seguiteli su Facebook. Con Noemi e Andrea ho avuto il piacere di organizzare anche una bella escursione a Roghudi Vecchio.

Il Sentiero del Tracciolino è accessibile a tutti?

Questo tipo di percorso è considerato di livello Escursionista, quindi non è adatto a principianti. Tuttavia, se accompagnati da guide esperte, come nel mio caso, non avrete problemi, se non dolori muscolari in tutto il corpo per un paio di giorni.

I bambini possono partecipare?

Dipende. Il sentiero non è consigliato ai bambini sotto i dieci anni. Il percorso in alcuni punti è privo di protezione. Il terreno è sdrucciolevole e a tratti scosceso. Se viaggiate con i bambini potete però percorrere un tratto del percorso, partendo dalla fine. Non sarà la stessa cosa, ma sarà comunque emozionante e potrete rendervi conto del tragitto.

Cosa devo indossare e portare con me?

Prima di lanciarvi verso l’avventura, vi lascio poche e spero utili indicazioni sull’abbigliamento necessario. Non sono indicazioni mie, ma delle guide: “abbigliamento comodo (a cipolla) e idoneo alle temperature del periodo, pantaloni lunghi, t-shirt, felpa, cappello, scarponi da trekking alti, giacca antivento, bastoncini da trekking, occhiali da sole, crema solare, tazza o bicchiere riutilizzabile (no usa e getta)”. Si pranza al sacco lungo il cammino, per cui portate con voi scorte d’acqua (lungo il sentiero è presente una fonte, ma è quasi al termine del percorso) e snack per spuntino e pranzo. I ragazzi di Passi Narranti sicuramente non lasciano nulla al caso.

Cosa c’è nei dintorni?

Se al termine dell’escursione non siete troppo stanchi, potete fare tante cose. Noi ci siamo spostati in macchina verso Palmi e siamo andati a visitare a piedi le Grotte di Trachina, il Belvedere da cui ammirare lo Scoglio dell’Ulivo e l’esterno della casa di Leonida Repaci.

Trekking in Calabria: come arrivare al Sentiero del Tracciolino

Per raggiungere il punto di partenza del sentiero percorrete l’Autostrada del Mediterraneo fino all’uscita di Bagnara Calabra e seguite le indicazioni in direzione di Contrada Sant’Elia a Palmi.

Vi lascio le coordinate da Google Maps.

Hai una struttura ricettiva e vuoi offrire questo genere di servizio ai tuoi ospiti? Oppure vuoi conoscere gli strumenti per raccontarti meglio e promuovere la tua attività?

CHIEDIMI MAGGIORI INFO

Mariarita Sciarrone
Mariarita Sciarrone

Giornalista, esperta di marketing territoriale e digital strategist. Sembrano tante qualifiche, ma sono tutte racchiuse in una professione.  In parole povere mi occupo di valorizzare aziende e territori. Lo faccio principalmente mettendo assieme strategia e parole. Hai bisogno di aiuto?  LAVORA CON ME


viaggi a sud
itinerari, trekking calabria

Post navigation

PREVIOUS
Il calendario dell’avvento delle aziende virtuose
NEXT
Come promuovere la tua struttura ricettiva on line: guida gratuita

2 thoughts on “Trekking in Calabria: il sentiero del Tracciolino”

  1. ANDREA ha detto:
    Agosto 5, 2021 alle 1:50 pm

    VORREI FARE IL SENTIERO DEL TRACCIOLINO.
    E’ POSSIBILE AVERE LA TRACCIA GPS?
    GRAZIE
    ANDREA

    Rispondi
    1. Mariarita Sciarrone ha detto:
      Settembre 27, 2021 alle 1:16 pm

      Ciao Andrea,
      personalmente non ho la traccia gps perché non ho percorso questo sentiero in modo autonomo, ma se cerchi su google “Traccia gps sentiero tracciolino Palmi” trovi un paio di siti dove è possibile scaricare il percorso. Considera che questo che ho realizzato io è un circuito ad anello con partenza e arrivo dalle Tre croci del Monte Sant’Elia. Spero di esserti stata utile

      Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA


lostretto__indispensabile

✍🏼Scrivo contenuti e creo strategie digitali per aziende che hanno un’anima. 📍#Calabria e #suditalia lenti Nostalgica per vocazione 👉@secretcalabria

Mariarita Sciarrone | copywriter & digital strategist
Nessuna storia dietro questo reel, nessun racconto Nessuna storia dietro questo reel, nessun racconto.
Solo una canzone che mi piace molto e uno dei mie posti del cuore che a Settembre “rende” meglio.
Un mare così bello che mi sembrava un peccato non condividerlo con voi.
Dicono che sta per arrivare l’autunno. Per me ogni giorno come questo è un giorno sottratto all’inverno ♥️

#lostrettoindispensabile #igersreggiocalabria #scillarc #calabriastraordinaria #igerscalabria #igcalabria #raybanstories
Lettere dal mare, 10 settembre 2023 Scrivo questo Lettere dal mare, 10 settembre 2023

Scrivo questo pensiero dalla riva del mare, in un giorno in cui il calendario e la temperatura esterna ci dicono che è ancora estate, eppure attorno si respira l’atmosfera autunnale. 
La destagionalizzazione è un concetto che tocchiamo con mano ma che non abbiamo il coraggio, la voglia di fare nostro.
Ripenso alle parole di Gioacchino Criaco, durante le lezioni popolari di “una festa del giornalismo” a cura de @bizzolo_periodico . Lo scrittore Gioacchino Criaco è sceso dalla cattedra - anche se non l’ho mai visto “salire” in alcuna cattedra - e si è seduto allo stesso livello del pubblico. Una festa del giornalismo per riflettere e tornare a parlarci. Perché in fin dei conti è l’unica cosa che può salvarci. 
La sua storia somiglia a tante altre di noi meridionali. È una storia di fuga dal sud, da questa “madre nera che era l’Aspromonte”, nel suo caso.
“Sono scappato dal buio per cercare la luce. E questa luce era nell’unica prospettiva che noi avevamo - per raconto, per narrazione - che stava a nord.” 
Ma la sua è anche una storia di ritorno, di quelle che ultimamente sto sentendo più spesso. 
Penso e ripenso se sia davvero il caso di continuare a parlare di questo sud che sta cercando di alzare la testa, senza voler passare da vittime. 
Ed è in questa lezione popolare di Gioacchino Criaco che mi vengono ricordate le parole di Corrado Alvaro, “del calabrese che vuole essere parlato”, trattato da uguali fra gli uguali, non messo tra parantesi, non ignorato, non comandato. Ma sono passati settant’anni da queste parole. 
C’è ancora bisogno di ribadirle? Purtroppo sì. Perché esiste ancora quel senso di condizione di inferiorità, quel bisogno di sentirsi legittimati.
Me lo sono chiesta il perché e l’ho ritrovato in alcuni commenti sotto a contenuti pubblicati nell’ultimo periodo. Ho fatto screenshot solo al più recente. 
Sono commenti pubblici, chi li ha scritti ci avrà pensato prima di scriverli. O magari no, ma l’educazione digitale dovrebbe partire da questo: prendersi la responsabilità di ciò che si vomita addosso alle altre persone. 
(Continua nei commenti)
Per noi fuorisede dei primi anni 2000, l’amaro e Per noi fuorisede dei primi anni 2000, l’amaro era uno dei prodotti che più ci avvicinava a casa. In quegli anni l’amaro calabrese era solo uno e lo trovavi in pochi posti eletti.
Così ce lo facevamo spedire con il famoso pacco da giù, quando ancora non si chiamava così. E quando ci consegnavano il pacco era gioia infinita, perché nelle nostre case sgangherate di studenti fuori sede non arrivava un semplice amaro. Arrivava un po’ di famiglia, amici, un po’ di casa. Bastava svitare quel tappo marrone per evocare i nostri ricordi più cari. Offrire un bicchiere d’amaro a chi veniva a trovarci era un po’ come dire: benvenuto a casa mia, ti presento la #Calabria. 
L’amaro, quell’amaro lì, rappresentava un pezzo della nostra identità. Trovarlo in un locale era come riconoscersi, sentirsi parte di qualcosa di più grande.

Oggi gli amari calabresi in circolazione sono tantissimi, ogni provincia è rappresentata da uno o più amari e non si fa più alcuna fatica ad averlo in una casa fuori dalla nostra regione. Ognuno con la sua storia, i suoi profumi, la sua identità.
Alcuni dei migliori amari del mondo sono prodotti qui in Calabria. 

Per questo è nato il contest “Amara Calabria”, giunto alla seconda edizione.
L’obiettivo non è quello di individuare l’amaro migliore ma il drink migliore a base di uno tra gli amari calabresi scelti. Venti tra barman e barlady si sono sfidati per aggiudicarsi il premio per il cocktail migliore. 
A vincere questa edizione, Cristina Familiari. Il suo drink, a base di amaro “Foraffascinu”, ha conquistato il primo posto. Al secondo posto Tindaro Gemellaro con l’amaro Kaciuto e al terzo posto Vasile Vidrasco, in gara con l’“Amaro del Capo”. 
Un grazie speciale al Piro Piro per aver organizzato questo evento a Reggio Calabria e a Giovanna Pizzi per averne curato la comunicazione come sempre in modo impeccabile.
#amaracalabria #amaricalabresi #amariitaliani #bitter #calabriadrink
Ci sono dei luoghi che ancora resistono ad un cert Ci sono dei luoghi che ancora resistono ad un certo tipo di turismo.
Che uno pensa sia un limite, poi una sera a cena alla @locanda_cocintum ho conosciuto Rossana, una ragazza napoletana che non te le manda a dire, che mi ha illuminata.
I calabresi sono resistenti. Non cedono al capitalismo che vuole tutto basato unicamente sul profitto, al calabrese non gliene frega niente se è agosto, se
ci sono i turisti. All’ora di pranzo il gestore del chiosco chiude e se tutto va bene riapre alle 17, dopo il pranzo a casa, dopo il giusto tempo dedicato al riposo. 
C’è una parte di Calabria che resiste. Dove ti siedi a mangiare in una trattoria e una pizza margherita costa ancora il giusto, 4 euro e le linguine allo scoglio 
11 euro. Una cosa così straordinaria ormai, che il menù lo devi fotografare. 

Quei luoghi dove il sapone lo sanno fare ancora in casa e anche se la ginestra non si tesse più, vengono comunque insegnati tutti i passaggi della lavorazioni. Che certe tradizioni è importanti non vengano perse. 
Questi luoghi qui, esistono e resistono. 
Resiste l’ultimo intrecciatore di cestini della Vallata dello Stilaro, resiste chi torna e si reinventa.

Alcune persone vengono da fuori a dirci come dobbiamo campare, salvo poi celebrare la #vitalenta, ma solo su Instagram. Nel frattempo, quella vita lì si sgretola tra le mani. L’identità di un territorio pure. A me personalmente basta sedermi al tavolo di un ristorante e trovare piatti che parlino di quel posto, conversare con il personale di sala che conosce com’è fatto il menù, da dove provengono le materie prime, mi basta leggere un menù per capire se mi trovo nel luogo giusto. 
Mi basta trascorrere due giorni in un posto che quando è arrivato il momento di andar via, anche se non ho visto tutto, quel posto lo conosco al punto che non mi resta l’amaro in bocca per le cose che non ho visto. Tanto so che ci voglio ritornare.
Questo per me vuol dire promuovere e valorizzare un territorio. Lasciare in chi va via il desiderio di ritornare ♥️ 

#raccontiasud #destinazioniitaliane #calabria #valorizzareterritorio
È per questo che amo vivere al Sud. Vi ricordate È per questo che amo vivere al Sud.
Vi ricordate quelle giornate di caldo torrido , a luglio? Quelle in cui la terra bruciava, soprattutto al sud?
In quei giorni avevamo deciso di andare a stare nella casetta al mare, pensando fosse più sostenibile. Ma se devi lavorare il caldo è caldo ovunque. Il nostro Smart working fu Smart per una sola ragione: abbiamo adottato tecniche di sopravvivenza.
La mia è stata questa: la mattina mi svegliavo alle 6 per il troppo caldo. Andavo al bar, prendevo una granita pesto di pistacchio e panna con brioche da portar via e mi dirigevo alla spiaggia dei pescatori. Alle 7 tornavo a casa, con i capelli ancora bagnati e iniziavo a lavorare. Il mare lo rivedevo alle 19.
Non ho mai smesso di lavorare in quei giorni, ma riguardando questo video mi torna in mente quella sensazione di benessere e la bellezza di tutta questa semplicità. 
Lo so che per molti è nulla, ma per me è l’essenza del vivere qui.
Amare questi luoghi d’estate è facile, ma io li amo anche d’inverno. A me basta ci sia il mare e tutto assume un’altra forma.
E non so proprio come spiegarlo. Magari guardando questi frammenti ve lo riesco a trasmettere. ♥️ Ché non è solo per il mare, me il mare c’entra sempre. 

#lostrettoindispensabile #viaggiasud #tiraccontounastoria #raccontiasud #igerscalabria #igersreggiocalabria
Negli ultimi dieci giorni ho girato moltissimo. Tr Negli ultimi dieci giorni ho girato moltissimo. Tra i paesi calabresi, soprattutto.
Ed ho avuto conferma di molte cose:
1. i paesi sono più vivi che mai, a dispetto di tutte le persone che dicono il contrario;
2. la piazza resta sempre il centro aggregante dei paesi. Più volte ho sentito ragazzi scambiarsi frasi che non si sentono più, tipo: “ci vediamo in piazza”; 
3. ci sono ragazzi e ragazze  che stanno ribaltando la logica che nei paesi non c’è niente. Sono riusciti a fare rete. Li senti parlare e ti si apre il cuore, si accende la speranza. Ché la verità è che nei paesi non c’è niente fin quando qualcosa non la fai accadere. A San Vito sullo Ionio, alcuni di questi ragazzi organizzano da sette anni il festival @sonativicinu. Con loro e con altre splendide persone abbiamo parlato di valorizzazione del territorio, di come raccontare il territorio, di comunità, della ricchezza delle storie calabresi, dell’importanza di acquisire consapevolezza di tutta questa bellezza. 
4. la storia di un paese è tra le sue rughe, termine che in passato veniva usato per definire le strade. Le stesse rughe che caratterizzano le persone anziane. La memoria storica di trova quindi lì, e non può andare persa. 
5. Mi hanno detto che parlo così dei paesi perché non ci vivo tutto l’anno, ma queste  persone non sanno che io vivo molto più i paesi che la città. Ed è nei paesi che io mi sento completa. A chi mi chiede perché non ci vivo stabilmente, rispondo che oggi non ci vivo solo per caso e che l’inverno al sud è duro anche se vivi in città. Ma se hai una rete ben salda, un lavoro che ti piace, gli affetti e degli hobby puoi vivere ovunque.
6. i bambini nei paesi ci sono, anche se ve ne sono molti meno, non so se siano più felici, ma sono più liberi. E la libertà va un po’ a braccetto con la felicità.
7. la menta nei paesi non finisce. E la prossima volta che qualcuno mi dice che nei paesi costa tutto di più vi mando quel signore toscano che ha strabuzzato gli occhi quando gli hanno chiesto 16 euro per un amaro Jefferson, un Negroni sbagliato, un americano e un gin tonic con gin medium (quando ha sentito il prezzo  ha chiesto il gin premium). 
#raccontiasud #tiraccontoipaesi
Scopri di più Segui su Instagram

CATEGORIE BLOG

  • Blog
  • Contatti
  • Lavora con me

Restiamo in contatto

  • Blog
  • Contatti
  • La mia newsletter
  • Raccontati meglio

Lo Stretto Indispensabile

Comunicazione e Marketing
di Maria Margherita Sciarrone
P.IVA 03033720800

Privacy PolicyCookie Policy

Chiacchieriamo sui social

Facebook RSS LinkedIn

© 2023   Lo Stretto Indispensabile - Tutti i diritti riservati