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Turismo in Calabria - Scilla
Turismo in calabria: da dove ripartire

Turismo in calabria: da dove ripartire

Giugno 15, 2020 Mariarita Sciarrone

Mentre scrivo, l’Italia si trova ad affrontare l’inizio della Fase 3 dell’emergenza Coronavirus, che prevede la libera circolazione sul territorio italiano. Hanno riaperto porti e aeroporti e finalmente si può riprendere a viaggiare in Europa. Quello che è certo è che nel breve termine avremo un turismo di prossimità. Confrontandomi con operatori del settore e clienti, mi sono spessa trovata ad interrogarmi su questo quesito: da dove ripartire con il turismo in Calabria?

Spoiler: questo post non contiene alcuna formula magica per far ripartire il turismo in Calabria. Quello che troverai sono una serie di riflessioni che mi accompagnano da molto tempo prima della pandemia. Una di queste è il titolo della mia prima tesi di laurea (2005 ndr). Se continuo a scriverle e a condividerle è semplicemente perché molte di queste non si sono ancora realizzate, perlomeno non del tutto.

Turismo in Calabria: qualche dato

Non è facile rispondere a chi chiede “da dove ripartire”, anche perché molti pensano che più che ripartire, bisognerebbe partire. Il turismo calabrese si trovava in una situazione molto delicata ancor prima del Covid.

A novembre del 2019 la Regione Calabria ha presentato un report sull’andamento del turismo in Calabria nel 2019. Il report, consultabile interamente qui, evidenzia un aumento delle presenze del 2,6 % rispetto al 2018. Quello che evidenzia il report è un trend positivo, ma cosa ci dice l’Istat sul movimento turistico in Italia? “Nel 2018, i flussi turistici sono aumentati del 4,0% in termini di arrivi (quasi 5 milioni in più) e del 2,0% in termini di presenze (8,2 milioni di notti in più)”. Escludendo però le principali destinazioni turistiche come Roma, Milano e Venezia, che si trovano ai primi posti, la Calabria non risulta tra le prime regioni in termini di arrivi e presenze. Il primo comune del Sud Italia presente in graduatoria è Napoli, in crescita del 13,6% rispetto al 2018.

“Complessivamente, le regioni con il maggior numero di presenze si confermano il Veneto, il Trentino-Alto Adige, la Toscana, l’Emilia-Romagna e la Lombardia.
Alcune regioni del Centro e del Sud, tra cui la Calabria, invece, hanno un bacino di attrazione quasi esclusivamente nazionale.

Fatta questa premessa, mi sono chiesta davvero da dove ripartire per rilanciare il Turismo in Calabria.

1. Destagionalizzazione

Da circa dieci anni sentiamo parlare di destagionalizzazione, ma il 31 agosto vediamo le spiagge svuotarsi, gli stabilimenti balneari iniziare a chiudere e le strutture ricettive avviarsi verso la bassa stagione. Eppure le temperature continuano ad essere estive e così accade fino a metà novembre. Lo sanno bene i turisti stranieri che prediligono i mesi primaverili e invernali per le loro vacanze in Calabria.

È chiaro che per incentivare la destagionalizzazione ci deve essere un dialogo costruttivo tra strutture ricettive e enti istituzionali, è necessario ad esempio pensare al prolungamento delle licenze degli stabilimenti balneari e ragionare in termini strategici.

Negli ultimi anni alcuni stabilimenti balneari hanno chiesto la proroga delle licenze per continuare a lavorare durante il mese di settembre e ottobre, ma perché l’offerta sia integrata occorre l’impegno di tutti i soggetti coinvolti, dalle strutture ricettive, alle risorse umane che si occupano ad esempio del piano ferie, dai trasporti agli enti locali.

Spiaggia Marina Grande di Scilla durante il mese di ottobre

Destagionalizzare il territorio non significa, infine, pensare solo al mare. Si può pensare alla destagionalizzazione sfruttando eventi sportivi e culturali, percorsi enogastronomici, itinerari naturalistici. La pandemia ci sta sicuramente portando a ricercare un turismo più a contatto con la natura e in posti meno affollati. La destagionalizzazione può essere la risposta. Se non ora quando?

2. Pensare strategicamente il territorio

È notizia del mese che Italo Treno arriva per la prima volta in Calabria con i treni ad alta velocità. A seguire, Trenitalia ha attivato per la prima volta la corsa Freccia Rossa da Torino a Reggio Calabria, senza cambi intermedi. Notizia bellissima, se non fosse che i treni viaggeranno su binari non adatti a supportare l’alta velocità (sono infatti treni che possono viaggiare ad una media di 100 km/h e aumentando la velocità tendono ad oscillare. Un paradosso, se pensiamo che a Reggio Calabria si costruiscono treni con tecnologia 4.0. Treni destinati ad altre regioni e ad altri paesi.

E allora viene da chiedersi, ma qual è la strategia di base? Pensare strategicamente il territorio vuol dire in primo luogo partire dai reali bisogni di un territorio e trasformarli in opportunità. E non vuol dire necessariamente l’alta velocità. Quello che mi ritrovo a pensare quando si parla di promozione di una struttura ricettiva o di una destinazione turistica è “sì ma dov’è la strategia?”. Sappiamo ormai tutti che abbiamo 780 km di costa, ma a cosa ci serve se non conosciamo a fondo i punti di forza di un territorio e quali sono le nostre buyer personas? Sappiamo qual è il flusso di navigazione di un turista/viaggiatore che mostra interesse verso la nostra regione? A cosa serve la promozione di un territorio se non c’è di base una strategia che è il vero punto di partenza? Vale per le aziende, ma vale anche per i territori.

3. Non solo mare

A proposito dei 780 km di costa, se è vero che la Calabria è una delle regioni d’Italia maggiormente bagnate dal mare, è altrettanto vero che non si è mai fatto abbastanza per valorizzarlo questo mare, vale per la costa Tirrenica, ma soprattutto per quella Jonica.

Nell’attesa che questo avvenga, è bello ricordarci che abbiamo tre parchi Nazionali (Parco Nazionale del Pollino che condividiamo con la Basilicata, Parco Nazionale della Sila, Parco Nazionale dell’Aspromonte), un parco regionale (Parco delle Serre), innumerevoli borghi tra i più suggestivi d’Italia. Ne cito solo alcuni da sud a nord: Pentedattilo, Bova, Palizzi, Gerace, Roccella, Caulonia, Monasterace, Stilo, Badolato, Santa Severina, Cleto, San Giovanni in Fiore, Civita, Altomonte, Morano Calabro.

Vista borgo Civita

Ognuno di questi borghi porta con sè storie millenarie, un cultura enogastronomica ricca di tradizioni e un patrimonio linguistico non indifferente. C’è insomma ampio spazio per un turismo diverso da quello puramente costiero e legato al mare. E lo dico da profonda amante del mare e delle nostre coste, ma sono altrettanto consapevole che perché ci sia un vero turismo marino servono servizi e infrastrutture adeguate. Ed è il motivo principale per cui il turismo sulla riviera adriatica è risultato vincente. Ma siamo sicuri che è di quel tipo di turismo di cui abbiamo bisogno? Nulla togliendo al nostro mare, non sarà forse ora di puntare davvero sulle mete naturalistiche?

4. La potenza della rete

Nel 2005 il titolo della mia tesi di laurea triennale era il seguente: “Le aggregazioni d’imprese come strumento di marketing integrato per lo sviluppo del turismo in Calabria”. L’argomento principale era proprio la rete. All’epoca parlai soprattutto dei consorzi turistici, ma in generale puntavo a dimostrare l’importanza delle rete come strumento di promozione turistica. Sono passati quindici anni, eppure credo ancora oggi che per andare lontano occorre camminare assieme, verso il raggiungimento del medesimo obiettivo. Purtroppo questo concetto non sempre trova terreno fertile. Molti imprenditori sono portati a pensare che questo comporti dare maggiore visibilità ad un’azienda concorrente, togliendone alla propria. Invece è l’esatto contrario. I consorzi, le filiere, i distretti sono strumenti vincenti se usati bene.

Turismo in Calabria - la rete

Ma c’è un altro modo di fare rete, che riguarda più un atteggiamento. Quello di non calpestare l’erba del vicino e di attuare una strategia comune. Vale ad esempio per le strutture ricettive, ma anche per gli esercizi commerciali. Qualche anno fa, durante un viaggio a Lisbona fui sorpresa dal fatto che camminando per uno dei  “bairros” più rinomati della città, trovammo le strade disseminate di piccoli localini, uno dietro l’altro. L’offerta era più o meno la stessa sia in termini economici, che di prodotti. La differenziazione stava negli spettacoli proposti, nella musica, nel design dei locali. Lavoravano tutti senza bisogno di alcuna concorrenza spietata. Tu credi nella potenza della rete?

5. Una buona comunicazione

Tutte le volte che si parla della Calabria sembra che emergano sempre i lati negativi, le brutte notizie, le storture e il malaffare. Eppure, nonostante questo, all’esterno spesso risultiamo migliori di come ci dipingiamo. Così succede che mentre il New York Times inserisce la Calabria tra le mete imperdibili nel 2017, mentre sempre il New York Times incorona il vino Zibibbo tra i migliori 10 vini bianchi italiani, molti calabresi trascorrono il proprio tempo sui social a denigrare la Calabria.

La verità è che comunichiamo la nostra terra male, sempre pronti ad evidenziarne i difetti e mai i pregi. Che non vuol dire mettere la testa sotto la sabbia. Siamo tutti più o meno consapevoli delle grosse problematiche della Calabria, ma c’è tanto di buono che viene continuamente sommerso. Perché una cattiva notizia fa presto a girare, quelle buone invece hanno un circuito più di nicchia. Ma se tutti ci facciamo promotori delle Bellezze della Calabria, forse riusciremo a restituire un’immagine migliore, non falsata ma più autentica. Fortunatamente ci sono tante aziende, tanti colleghi, amici e singoli cittadini che si impegnano ogni giorno a raccontare un’altra Calabria. Vi lascio qualche esempio, se vi viene voglia di conoscere la bellezza di questa terra.

Aziende come Calabria Etnica, Le Terre di Zoe, Nido di Seta, Mulinum, promuovono le eccellenze enogastronomiche calabresi mantenendo un forte legame con il territorio. Laura Cipolla con il suo blog Love Cetraro, Giulio Vita con il suo La Guarimba Festival, Americo Melchionda e tutto lo staff del Pentedattilo Film Festival, Paolo Genoese e Paolo Albanese con il Face Festival, Passi Narranti e Le Guide del Parco dell’Aspromonte, Michele Geria e il Reggio Film Festival, Roberta Caruso e il progetto I Live in Vaccarizzo, Danilo Verta e Vita Calabra Tours, Laura Pizzimenti con il progetto Fierce Woman, Natalia Spanò con I Tesori del Mediterraneo, Stefania Emmanuele e il suo Borgo Slow, promuovono eventi, itinerari e narrano storie di una Calabria resiliente.

Le community di Igers Calabria, Igers Reggio Calabria, Igers Crotone, Igers Catanzaro, Igers Lamezia Terme, Igers Vibo Valentia, Igers Cosenza, celebrano la bellezza del territorio attraverso gli occhi degli Instagramers (a dispetto di tutti i luoghi che secondo una nota compagnia aerea, non sono instagrammabili).

https://www.instagram.com/p/CBKi8mMpGiB

Yes Calabria racconta ogni giorno la Calabria che funziona e valorizza le aziende virtuose, i ragazzi di Evermind hanno creato in Calabria Il Festival dell’Ospitalità, il più grande evento del Mezzogiorno dedicato al settore dell’Ospitalità e Turismo, con l’obiettivo di creare valore per il Territorio che lo ospita e valore professionale e personale per chi partecipa.

Ho sicuramente dimenticato tantissime aziende e tantissime persone che ogni giorno contribuiscono a rendere più sana questa terra, ma è un invito a scoprirle per capire su cosa puntare per far ripartire il turismo in Calabria, ovvero dalle cose belle, che funzionano. Naturalmente aspettiamo che anche le nostre amministrazioni locali si ricordino di fare una comunicazione istituzionale che abbia una strategia di base e che porti finalmente valore aggiunto alla Calabria.

6. La promozione sui social

Per affrontare questo tema servirebbe un post a parte e mi riserverò di farlo. Tempo fa però ho scritto un post, un po’ datato ma attuale.

Cinque regole da seguire per promuovere un territorio sui social

Ma cosa vuol dire promuoversi sui social? Durante il lockdown tantissime aziende locali si sono accorte dell’esistenza dei social e così profili e pagine aziendali hanno trovato nuova vita. Sono riemersi post dopo mesi di assenza totale di comunicazione, sono apparse dirette, stories, sondaggi, promozioni on line, sono nati gruppi di promozione regionale, si è dato insomma fondo a tutta la creatività nascosta per farsi strada nel mondo dei social. Il 95% di queste aziende ha agito in completa autonomia, per mancanza di budget e soprattutto per abbondanza di tempo a disposizione.

Non sto qui a giudicare le scelte strategiche e creative, non è questo l’obiettivo del post. Sono però andata a cercare molte di quelle aziende profondamente attive durante la fase 1 dell’emergenza coronavirus e in molti casi ho visto che non è cambiato nulla. Mi è capitato, ad esempio, di scrivere ad un’azienda per avere il gelato a casa senza ricevere mai risposta. Ho anche visto molti post spiacevoli di aziende che rispondevano ai clienti in modo sgarbato e poco professionale. Promuoversi sui social vuol dire innanzitutto esserci, essere vicini all’utente, farlo sentire parte di una community e ricordarsi che quando comunichiamo sui social non stiamo scrivendo sul nostro diario personale, ma in una piazza colma di gente. Tutti ci guardano, tutti ci ascoltano e possono registrare quello che diciamo e scriviamo.

I social network non rappresentano una mera promozione di un prodotto o un servizio con l’unico obiettivo di vendere, ma hanno come obiettivo primario quello di costruire una brand reputation e comunicare in modo corretto la propria attività.

7. Le persone come risorse

Per far ripartire il turismo in Calabria bisogna partire innanzitutto dalle persone. Sono le persone a fare la differenza. Anni fa mi trovavo ospite di un’importante agenzia di comunicazione a Milano per partecipare ad un workshop. Si parlava proprio di questo: dell’importanza delle persone all’interno di un’azienda, ma anche all’esterno. Frasi come “mettere al centro le persone” si leggono ormai ovunque e hanno perso di valore, ma credo sia davvero un concetto imprescindibile per far ripartire il turismo in Calabria. Le persone sono i turisti certamente, ma anche gli artigiani di un borgo, sono la comunità locale, i ristoratori, gli albergatori, i dipendenti di un’azienda, gli enti locali, le famiglie, le coppie, i single, gli ospiti e i viaggiatori. Tutti loro sono persone, sono risorse che contribuiscono alla promozione di una destinazione e che danno il loro valore aggiunto, con le loro storie, le loro competenze, il loro passaparola.

8. Resistenza e resilienza

Qualche giorno fa leggevo la storia di Amedeo Peter Giannini, il più grande banchiere al mondo. La sua storia mi ha colpito parecchio per la sua capacità di resistenza e resilienza. Un italo americano che da imprenditore agricolo è diventato il fondatore della Bank of America. “Dopo il terremoto che rase al suolo San Francisco e ridusse in macerie la sua banca, lui non si scoraggiò. Dopo cinque giorni posizionò un banchetto al porto con la scritta “Bank of America”, pronto a finanziare a chi voleva ripartire. Erano certamente altri tempi, ma mi piace raccontare esempi straordinari, fondamentali per ripartire e alzare la testa, in qualunque settore. La Calabria è davvero piena di gente resistente e resiliente, come l’Italia intera d’altronde.

9. Etica professionale e sicurezza

Ora più che mai serve etica, nella comunicazione prima di tutto ma anche all’interno delle aziende. La Calabria è stata una delle regioni d’Italia meno colpita dal Coronavirus, ma è anche quella che ne sta risentendo maggiormente a livello economico. Perché qui in Calabria ci siamo fermati come in Lombardia, con la differenza che noi non abbiamo la forza della Lombardia. Per forza di cose la ripartenza è più difficoltosa.

Il contesto non aiuta e le brutte notizie, di cui la nostra regione detiene il primato, non aiutano. Per questo motivo è importante lavorare in modo onesto ed etico. E questo vuol dire mantenere un buon rapporto qualità/prezzo, porre maggior attenzione al cliente, metterlo al centro del nostro lavoro, mostrargli che abbiamo a cuore la sua presenza e infondergli sicurezza. Cerchiamo di non vedere il turista come un pollo da spennare, ma come una risorsa che ci permette di rialzarci. Mettiamo a focus il nostro target e accogliamo gli ospiti come un qualcosa di sacro. Guidiamoli per mano allo scoperta di una terra straordinaria.

Il momento è difficile per tutti, per i proprietari di una struttura ricettiva, un ristorante e uno stabilimento balneare, ma lo è anche per tutti gli altri. Giorni fa ho chiesto un preventivo per un soggiorno di una settimana in un villaggio in Calabria: mi hanno chiesto 2.150 euro per due adulti. D’accordo, era all inclusive (pensione completa e open bar) però non lo trovo assolutamente sostenibile se penso che qualche anno fa in due abbiamo pagato 1.700 euro per andare a Santorini, comprensivo di volo da Reggio Calabria a Santorini. La Calabria non ha nulla da invidiare alla Grecia, ma cerchiamo di non farli scappare i turisti.

10. La Calabria non è per tutti, spesso neanche per i calabresi.

No, attenzione. Non vuole essere una conclusione spocchiosa quella di quest’ultimo titolo, ma è davvero così. La Calabria non è una regione alla portata di tutti: per mancanza di collegamenti, infrastrutture, perché i territori più suggestivi sono quelli più spartani, perché predilige un turismo più lento e lontano dai circuiti di massa. Qui ci si scontra con una mentalità chiusa, ma allo stesso tempo antica, con tradizioni dimenticate ma ancora vive e ci sono davvero luoghi dove il tempo sembra si sia fermato.

C’è chi impazzisce dalla felicità quando varca la soglia di borghi inesplorati. Ho visto con i miei occhi l’emozione di una sales manager di una nota azienda del settore turistico, mentre osservava il tramonto da Pentedattilo.

Ho accolto gli abbracci colmi di gratitudine di moltissimi ospiti che ho avuto la fortuna di incontrare da quando mi occupo di marketing turistico: per quell’itinerario consigliato, per l’azienda agricola in cui li ho portati a cenare o per una delle esperienze indimenticabili trascorse durante il loro soggiorno.

D’altro canto c’è e ci sarà sempre chi storce il naso e molti di questi sono calabresi. Alcuni di loro vivono qui e non ne sono contenti, pur vivendo ancora qui. Altri non ci vivono più in Calabria e vi tornano solo per trascorrere una vacanza gratuita.

La Calabria non è per queste persone. E visto che io sono di parte, vi invito a leggere questo post di Ginevra dell’Orso. Non ho avuto il piacere di incontrarla di persona, ma mi riconosco sempre nelle sue parole. Parole che pesano molto di più perché Ginevra non è calabrese, ma vive in Calabria.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10219474305200212&set=a.10201975009928767&type=3&theater

Mariarita Sciarrone
Mariarita Sciarrone

Giornalista, esperta di marketing territoriale e digital strategist. Sembrano tante qualifiche, ma sono tutte racchiuse in una professione.  In parole povere mi occupo di valorizzare aziende e territori. Lo faccio principalmente mettendo assieme strategia e parole. Hai bisogno di aiuto?  LAVORA CON ME


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3 thoughts on “Turismo in calabria: da dove ripartire”

  1. Laura Cipolla ha detto:
    Luglio 2, 2020 alle 10:19 am

    Mary, innanzitutto grazie per avermi citata in questo post. Ma soprattutto, grazie per aver scritto quello che definirei un VADEMECUM per la nostra Calabria, un decalogo di strategia, tecnicismo e cuore che rappresentano una triade perfetta. Grazie, l’ho gustato, apprezzato e condiviso dalla prima all’ultima parola.

    Rispondi
  2. luciano pistininzi ha detto:
    Marzo 14, 2021 alle 5:25 pm

    Credo fermamente che se tutte le donne Calabresi diventassero , anche per un breve momento, Ginevra dell’Orso, la Calabria sarebbe salva .

    Rispondi
    1. Mariarita Sciarrone ha detto:
      Aprile 6, 2021 alle 9:35 am

      Ciao Luciano,
      grazie per il tuo commento. Il punto è che per qualcuno visti da fuori siamo molto più belli di quanto crediamo. E in ogni caso non credo sia un problema di genere, ma di consapevolezza e voglia di cambiare le cose, che manca sia nelle donne, quanto negli uomini. Un caro saluto

      Rispondi

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✍🏼Scrivo contenuti e creo strategie digitali per aziende che hanno un’anima. 📍#Calabria e #suditalia lenti Nostalgica per vocazione 👉@secretcalabria

La settimana più lunga dell’anno sta per volger La settimana più lunga dell’anno sta per volgere al termine e sono successe così tante cose che ho pensato di metterne alcune qui, nero su bianco. Sono state molte più di 10 in realtà, non tutte belle, ma ho imparato che finché siamo qui a parlarne va bene così.
Un breve riassunto qui:
1. Sono andata a raccogliere arance e clementine. Un rito, una tradizione, una preghiera e un ringraziamento che si compie ogni anno, poco prima di Natale. Ci vado con papà, nel terreno che acquistò nonno moltissimi anni fa. Quando vengo qui mi sento di celebrare la sua memoria nel modo più sensato, sporcandomi le mani di terra, passando del tempo con mio papà, suo compare, mia mamma. Una giornata semplice, ma di una ricchezza inestimabile. 
2. Abbiamo rinnovato la sua stanzetta, un po’ più sua e un po’ meno mia. Un angolino per me l’ho comunque tenuto e parla di Calabria. 
3. Con Annalisa de @agriturismoalanterna siamo  stati a vedere in anteprima Semidei, il film di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta. Delicato, profondo, una cosa di cui essere orgogliosi.
4. Poco dopo siamo finiti in ospedale, ma siamo state molto coraggiose. C’è da dire che in ospedale questa settimana ci siamo finiti 4 volte, ma siamo tornati tutti interi. E mi sembra un buon traguardo. 
5. La recita per fortuna non ce la siamo persa. La sua ultima recita della scuola dell’infanzia. Stranamente non ho pianto, ma mi sono sentita felice, per davvero.
6. Abbiamo aspettato e accolto il ritorno di amici e famiglie che ci siamo scelti ed ho capito che la lontananza non può scalfire alcun affetto se questo è autentico davvero
7. La mia faccia nel frattempo è stata più o meno questa. Poche ore di sonno, una serie di to do list da spuntare e neanche il tempo di andare dal parrucchiere. Però ho imparato a fare le onde.
8. Quest’anno ho voluto ringraziare alcune persone e l’ho voluto fare con qualcosa di mio e di personalizzato. 
9. Nel frattempo mi è arrivata la comunicazione di avvenuta registrazione del Marchio. Una cosa che avrei dovuto molto tempo fa ma l’ho fatta solo pochi mesi fa.
10. L’unica ragione per cui amo il Natale è perché con alcune persone riusciamo a stringerci di più. 

Buona vigilia ♥️
Novembre è sempre stato il mio mese, ma quest’a Novembre è sempre stato il mio mese, ma quest’anno l’ho lasciato andare senza troppi clamori. 
Per anni ho fatto festa laddove non era contemplata, ho acquistato biglietti aerei nel mese che “dove vai che piove ovunque” e trascorso ogni anno in una capitale europea diversa.
Poi capita che la voglia di festeggiare sprofondi nelle pieghe del quotidiano, fino a nascondersi. E questo novembre è andata un po’ così. 
Nonostante tutto, le foto scattate a novembre mi hanno fatto pensare che ci sono stati più di dieci momenti felici e lo so per certo, perché ho fatto fatica a scegliere dieci foto. Eccole comunque qui, a ricordarmi che: 
1. Anche questo novembre abbiamo celebrato il vino e ho avuto il privilegio di farlo in una giornata di autunno rubata all’estate;
2. Abbiamo poi festeggiato il tuo nome, che più lo pronuncio e piu mi rendo conto quanto ti calzi a pennello e speriamo solo che da grande tu non faccia come me, che non perdo mai occasione per rinfacciare ai miei i casini che hanno combinato col mio di nome; 
3. Anche a novembre sono stata letteralmente stracciata a Burraco da mio papà e mi sono ricordata che le nostre giocate a carte sono tra i ricordi più belli di tutta la mia vita, perché per noi le carte sono sempre state una filosofia di vita e perché dal gioco alle carte ho tratto uno degli insegnamenti che mi ha trasmesso mio papà: se vuoi conoscere davvero una persona devi metterla ad un tavolo da gioco. Ci avete mai fatto caso? 
4. A novembre abbiamo messo i pattini ai piedi e ci siamo iscritte a pattinaggio. In realtà io ti ho solto guardata, ma ogni volta che tu sorridi o impari una cosa nuova, io mi rendo conto di cosa voglia dire amare incondizionatamente un’altra persona: essere felici per lei più di lei; 
5. Foto molto dump, ma mi ricorda quel giorno che ho avuto il privilegio di parlare ai ragazzi del mio paese delle alternative possibili che ci sono prima di lasciare il luogo in cui si è nati per scegliere l’altrove. Ho provato a dirgli quello che avrei voluto dicessero a me alla loro età. Magari me ne sarei andata ugualmente, magari no. Nessuno ha provato a fermarmi, quindi non lo sapremo mai. 
{continua nei commenti}
Nella mia vita non sono scesa in piazza molte volt Nella mia vita non sono scesa in piazza molte volte, non posso considerarmi un’attivista, seppur cerchi, come posso, di fare divulgazione e sensibilizzare su alcuni temi.
Credo però nelle rivoluzioni dal basso, ma soprattutto sono convinta che ognuno debba manifestare come può. 
Credo senza dubbio che ci siano persone che hanno più consapevolezza di quanta ne abbia oggi io.
Di sicuro ho sempre ammirato e sostenuto chi scende in piazza, chi scende in piazza sempre. Non solo per rivendicare i propri diritti, ma soprattutto quelli delle altre persone. So perfettamente che se dovessimo lottare per tutte le ingiustizie, dovremmo scendere in piazza ogni giorno. Eppure, ci sono persone che lo fanno, accomunate da una responsabilità collettiva. 
Ieri, in piazza, a Messina, c’erano persone di ogni età. Nonne, mamme, ragazze, ma anche molti uomini, che sono scesi in piazza per le donne e con le donne. Perché le cose si possono cambiare solo insieme. Ed io mi sono più volte commossa. 

Non sono scesa in piazza molte volte, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. 
Perché domani, quando mia figlia mi chiederà “ma tu dov’eri?”, voglio poterle dire che anche io ho fatto la mia piccola, infinitesimale, parte. 
Per i diritti di tutte le donne e per costruire una società migliore di questa. 
Voglio poterle dire che lei finalmente potrà sentirsi libera e non semplicemente coraggiosa. 
Chè io la violenza vera non l’ho mai conosciuta, ma ne ho vista tanta altra, fatta di mainsplaining quando ancora non sapevo neanche dargli un nome, di antimeridionalismo, quella violenza anche solo immaginata, fatta della paura di tornare a casa da sola la sera, quando vivevo nelle grandi città, di dover abbassare la testa e accelerare il passo quando mi trovavo in strade poco frequentate, di parole inopportune, inadeguate, svilenti.
Ed è proprio dalle parole che partirò. Perché è con le parole che lavoro ogni giorno e perché voglio credere che se da oggi iniziamo a prevenire la violenza verbale, forse elimineremo anche quella fisica. 
#nonunadimeno #nonunadimenomessina #25novembre
Vi racconto che cosa si può fare con questo frutt Vi racconto che cosa si può fare con questo frutto qui che è il bergamotto di Reggio Calabria, il re degli agrumi. Venite con me. 
Ho scoperto tutti i segreti del Bergamotto di Reggio Calabria durante Bergarè, importante evento di promozione e valorizzazione di questo agrume prezioso.

#bergare #bergamottodireggiocalabria #bergamotto #eccellenzecalabresi
Del #bergamotto di Reggio Calabria pensavo di cono Del #bergamotto di Reggio Calabria pensavo di conoscere tutto. 
Non sapevo, invece, che esistono tre varietà diverse in base alla zona di produzione e che da queste varietà di frutto si possono estrarre essenze diverse. Più amare se provenienti dal Bergamotto di Reggio Calabria Centrale, più fruttate mano mano che ci avviciniamo alla fascia Jonica orientale. 
Ho imparato quanto sia importante il riconoscimento della DOP anche per il frutto fresco e non solo per l’olio essenziale. 
Basti pensare che François Demachy, il naso di Dior, ha scelto per le sue creazioni il Bergamotto San Carlo (il nome indica il luogo di coltivazione del bergamotto) e il raccolto annuale di quell’area viene riservato in esclusiva alla Maison Dior. E mi è venuto da pensare una cosa su cui rifletto spesso: ci sentiamo più belli quando sono gli altri a raccontarcelo. 
Grazie all’evento Bergarè siamo stati noi reggini, noi calabresi, a poter raccontare quanto di più prezioso identifica il territorio di Reggio Calabria, perché finalmente non ce la siamo raccontati da soli, ma abbiamo parlato all’Italia e al mondo. 
C’è bisogno di parlarne ancora del bergamotto di Reggio Calabria? Sì, perché ancora oggi si fa confusione su diversi aspetti. C’è bisogno di parlare della sua identità territoriale, di mostrarne la sua forma che non è quella che le aziende acquistano su istock, o che appare sui principali motori di ricerca, di raccontarne i suoi utilizzi, dal bergamotto buono da bere, al bergamotto che fa bene alla salute.
Abbiamo una grande responsabilità, non solo noi che facciamo comunicazione, ma i calabresi tutti.

Serve acquisire maggiore consapevolezza, essere curiosi, informarci, altrimenti poi non ha molto senso arrabbiarci se ci raccontano come non siamo. 
Mi dovrete sopportare ancora, perché ho diverse cose da dire e ringraziamenti da fare. Nel frattempo un assaggio di questi giorni.

#bergare #bergamotto #bergamottodireggiocalabria
Questa è una storia di fatica. Lo capisci osserva Questa è una storia di fatica. Lo capisci osservando le mani di Vincenzo, ma soprattutto è lui a dirtelo. 
Vincenzo Amodeo ha iniziato ad estrarre l’essenza di bergamotto a 13 anni, perché così faceva suo padre, suo nonno e il suo bisnonno. Vincenzo non ha fatto di questa arte il suo lavoro principale, ma oggi è considerato l’ultimo artigiano rimasto a saper estrarre a mano l’essenza di bergamotto.

“Spero di poterlo fare ancora a lungo, ma dopo di me non ci sarà nessuno ad estrarre l’essenza a mano con il metodo a spugna”. 

Vincenzo non ha avuto figli e i suoi nipoti hanno preso altre strade. Un’eredità preziosa che andrà perduta.
Le mani non possono fare quello che oggi fa una macchina. Ma noi siamo  fortunati ugualmente, perché abbiamo il privilegio di vedere tutto questo, di conoscere delle storie che rischiano di andare perse ma che possono continuare a vivere attraverso  i racconti.
Possiamo raccontare a voi tutto quello che abbiamo appreso e stiamo apprendendo sul bergamotto e voi potrete raccontarlo ad altre persone. 
La storia di un territorio, la sua valorizzazione passa anche da qui, dalle sue risorse e dal modo in cui scegliamo di divulgarle.
Più siamo a conoscere queste risorse e la loro importanza, più un territorio viene valorizzato. 
Perché la verità è che spesso è chi vive il territorio che ne conosce meno la sua storia.
E noi vogliamo contribuire a cambiare questa tendenza. 
Fino a domani potrete partecipare agli eventi Bergarè a Reggio Calabria al Castello Aragonese.
Il racconto continua nelle stories. 

#bergare #bergamotto #bergamottodireggiocalabria
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